<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Legnago

Sabina, dopo il cancro e il lutto la rinascita con la corsa: «Alla maratona di New York una forza che non sapevo di avere»

La 50enne di Legnago ha superato il tumore, la perdita del fratello e la fine di un amore durante il Covid con la corsa. Il pettorale per New York un regalo dei suoi titolari della Fomet
Sabrina Castelli, la 50enne di Legnago alla maratona di New York disputata lo scorso novembre
Sabrina Castelli, la 50enne di Legnago alla maratona di New York disputata lo scorso novembre
Sabrina Castelli, la 50enne di Legnago alla maratona di New York disputata lo scorso novembre
Sabrina Castelli, la 50enne di Legnago alla maratona di New York disputata lo scorso novembre

Dall'abisso dopo la morte del fratello Andrea alla lotta contro il tumore al seno. Fino alla rinascita e ad una ritrovata voglia di vivere capace di portarla addirittura a correre la maratona di New York.

È una storia carica di sofferenza, ma anche di speranza, quella di Sabina Castelli, 50enne di Legnago, responsabile dell'ufficio logistica della Fomet spa di San Pietro di Morubio, azienda che da oltre mezzo secolo produce e commercializza fertilizzanti organici e speciali. 

Il lutto e il tumore

Fino a sei anni fa la vita di Sabina scorreva come tante altre: una bella famiglia d'origine, un compagno, un lavoro in un ambiente stimolante. Nel 2017, all'improvviso, tutto cambia. L'adorato fratello Andrea viene colpito da glioblastoma, il tumore cerebrale più maligno ed aggressivo che si conosca: muore dopo sei mesi, a soli 45 anni, lasciando una moglie e due figli piccoli. Sabina è devastata dal dolore, ma cerca ugualmente di farsi forza, anche e soprattutto per gli amati nipotini. Finché a settembre 2019, le viene diagnosticato una carcinoma mammario infiltrato.

«Non sapevo se sarei sopravvissuta», racconta la 50enne, «e soprattutto non ero in grado di parlarne con i miei genitori dopo quello che avevano passato con Andrea. Per un po' ho cercato di nascondere tutto, poi non ci sono più riuscita». In piena pandemia, iniziano i primi cicli di chemioterapia, seguiti dall'intervento e da ulteriori chemio. Sul corpo i segni si fanno sempre più evidenti: i capelli cadono e 12 chili se ne vanno in pochissimo tempo. Nel frattempo finisce anche la relazione con il compagno.

«Le terapie fortunatamente funzionavano», prosegue Sabina, «ma io mi sentivo menomata, una specie di larva umana. Pensavo che non mi sarei più ripresa anche se tutti erano meravigliosi con me: dal personale dell'Oncologia dell'ospedale di Legnago che mi chiamava sempre per nome facendomi sentire una persona e non un numero fino ai miei titolari e colleghi della Fomet che mi sono stati vicino per tutta la malattia, dandomi una carica incredibile». Ormai fuori pericolo, nel settembre 2020 Sabina cerca di riprendersi la vita. 

La rinascita 

Si vede ancora troppo magra e decide di rinforzare un po' la muscolatura iscrivendosi al «Km Sport Running Dream», gruppo di Legnago. «Sarà stato perché ho trovato le persone giuste», rivela la 50enne, «sta di fatto che nel giro di poco ho scoperto che correre mi faceva sentire viva, mi liberava la mente. Mi sentivo come Forrest Gump. Correvo sempre di più, macinavo chilometri, scoprendo una forza che non sapevo di avere».

Proprio con il «Km Sport Running Dream» Sabina decide di iscriversi alla maratona di New York dello scorso novembre. Anche questa volta la Fomet le è vicina e i titolari, perché coroni il suo sogno, le regalano il pettorale. «Avevo un solo obiettivo», rivela, «regalare la medaglia a mio fratello. Ho portato a termine il percorso in quattro ore e 55 minuti: non è un gran tempo, ma per me è stata un'esperienza bellissima perché con me avevo Andrea. All'arrivo ho tirato fuori la sua foto dal marsupio, l'ho baciata e bagnata di lacrime di felicità».

Le maratone

«Voglio proseguire su questa strada», aggiunge la 50enne, «per mio fratello, per altri che come lui non ci sono più, e per dare una speranza a chi si sente perso come mi sono sentita io». Dopo aver fatto la 21 chilometri di Giulietta e Romeo, Sabina ha già un programma fittissimo: domenica prossima correrà la maratona di Napoli, il 7 marzo quella di Roma, poi arriveranno Madrid, Berna, e infine Valencia, a dicembre.

La rinascita di Sabina non può che riempire di soddisfazione anche i titolari di Fomet, i fratelli Giorgio e Alessandro Cappellari, insieme alla terza generazione dell'azienda: Enrico, Mattia e la cugina Virginia Zanardi. «Noi abbiamo fatto ben poco rispetto a quello che ha portato avanti Sabina», sottolinea Giorgio Cappellari, «in fondo ci siamo limitati ad assecondarla. Con il pettorale della maratona di New York il nostro desiderio era soprattutto di starle vicino in un momento così importante. Come responsabile della logistica Sabina coordina quattro persone che seguono tutta la movimentazione dei carichi in entrata dello stabilimento. Il che significa ogni anno 150mila tonnellate e 60mila autotreni. E a gestire un lavoro così complesso è proprio lei».

«É chiaro che la sua presenza in azienda è fondamentale», sottolinea l'imprenditore, «ma al contempo la nostra politica è quella di far star bene tutto il personale come facciamo per esempio con gli annuali "Family day". In quest'ottica ci è sembrato perciò naturale fare qualcosa per Sabina.

 

Elisabetta Papa

Suggerimenti