<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Punto di primo intervento ancora chiuso: è protesta

L’edificio che ospita il Punto di primo intervento chiuso da un anno  all’ospedale San Biagio di Bovolone DIENNEFOTO
L’edificio che ospita il Punto di primo intervento chiuso da un anno all’ospedale San Biagio di Bovolone DIENNEFOTO
L’edificio che ospita il Punto di primo intervento chiuso da un anno  all’ospedale San Biagio di Bovolone DIENNEFOTO
L’edificio che ospita il Punto di primo intervento chiuso da un anno all’ospedale San Biagio di Bovolone DIENNEFOTO

Si alza la protesta a Bovolone e aumentano le lamentele dei cittadini, alle prese con inevitabili disagi, per la prolungata inattività del Punto di primo intervento dell’ospedale «San Biagio». Il servizio di via Vicentini era stato chiuso un anno fa per far fronte alla prima ondata di Covid 19. Il personale venne infatti dirottato a prestare servizio a Legnago per dar man forte ai colleghi del Pronto soccorso del «Mater salutis» costretti a far fronte a un’emergenza senza precedenti. Tuttavia è ancora chiuso nonostante la progressiva ripresa delle attività produttive e commerciali e i passi avanti fatti per superare la pandemia e tornare alla normalità. L’ulss 9 Scaligera, da parte sua, esclude tuttavia categoricamente «la chiusura definitiva del Punto di primo intervento di Bovolone». Smentendo così le voci ricorrenti nella cittadina del mobile dove sono in molti a temere la cessazione definitiva del servizio. L’Azienda sanitaria fa presente «che il ritardo nella riattivazione è dovuto alla carenza di personale medico». «La riapertura della sede», precisa sempre la direzione sanitaria, «avverrà il prima possibile, rispettando come dotazione quanto previsto dalle Schede di programmazione regionali». A questo proposito, va ricordato che il profilo dell’ospedale cittadino tracciato nel Piano sociosanitario 2019-2023, mai attuato pienamente, prevedeva un aumento fino a 70 posti letto per la riabilitazione funzionale, il consolidamento dell'ospedale di comunità con 24 posti letto, un hospice con sei posti letto e un Punto di primo intervento aperto 24 ore su 24. Una riqualificazione che classificava il San Biagio tra le quattro strutture del Veneto di coordinamento del Polo riabilitativo provinciale. Il prolungarsi dei tempi sta tuttavia alimentando una crescente preoccupazione tra i bovolonesi e sono in molti a paventare una «chiusura non dichiarata del Punto di primo intervento». La decisione di chiudere il presidio sanitario dell’ospedale cittadino era stata presa nelle settimane più critiche del primo lockdown, quindi si protrae dal 20 marzo 2020. Per alcuni giorni il servizio ha funzionato con forti riduzioni di orario, poi è stato chiuso. I locali sono stati utilizzati lo scorso autunno per un po’ di tempo come punto tamponi. Il sindaco Emilietto Mirandola in merito si mostra però tranquillo ribadendo «di aver avuto garanzie sulla riapertura». «La questione», osserva il primo cittadino, «è strumentalizzata da molti per il gusto della polemica elettorale ma la riapertura dipende dalla disponibilità di personale. Non appena il problema verrà superato il servizio riprenderà per 12 ore al giorno». In Regione, intanto, da quattro mesi è in attesa di risposta un’interrogazione, presentata alla Giunta di Luca Zaia da Anna Maria Bigon, vicepresidente della commissione Sanità a Palazzo Ferro Fini, per sollecitare la riapertura del presidio. •.

Roberto Massagrande

Suggerimenti