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IL CASO

Legnago, pronto soccorso al collasso: «Servizi notturni a rischio»

Troppi casi non urgenti e medici ridotti all'osso al Pronto soccorso: la denuncia dei sindacalisti
L'ospedale Mater Salutis di Legnago
L'ospedale Mater Salutis di Legnago
L'ospedale Mater Salutis di Legnago
L'ospedale Mater Salutis di Legnago

Troppi casi non urgenti e medici ridotti all'osso al Pronto soccorso. E i sindacalisti denunciano il rischio di chiusura del servizio notturno del reparto delle emergenze dell'ospedale di Legnago. «Il notevole afflusso di pazienti al Pronto soccorso del Mater salutis», lancia l'allarme Stefano Gottardi, segretario generale della Uil Fpl di Verona, «con l'aumento dei codici bianchi (casi non urgenti, ndr) che in alcuni casi raggiungono anche il 90 per cento del totale, stanno mettendo a dura prova il personale medico dell'unità operativa che è sempre più ridimensionato».

Carichi di lavoro eccessivi

Analizzando ad esempio i 32 pazienti presi in carico ieri mattina, alle 9.30, dall'unità operativa diretta dal dottor Francesco Pratticò, ben 23 erano da «codice bianco», non urgenti al pari dei quattro «verdi», mentre gli assistiti da codice «giallo», ovvero con un potenziale rischio per la loro vita, erano appena cinque. Assenti, invece, gli utenti in codice «rosso», ovvero quelli più gravi. Il sindacalista conferma: «L'allarme ci arriva direttamente dai cittadini della Bassa che si servono del Pronto soccorso legnaghese. Abbiamo ricevuto segnalazioni riguardanti le visite, che vengono effettuate anche nei corridoi. È un chiaro segnale che la mancanza di servizi alternativi sul territorio ha determinato un appesantimento che grava esclusivamente su questa struttura e, di conseguenza, sul personale che deve supportare carichi di lavoro in netto peggioramento e livelli di stress elevati».

Allarme dei sindacati

La Uil Fpl lancia l'allerta sul rischio che, se la situazione critica in atto non migliorerà, nei prossimi mesi il servizio notturno di Pronto soccorso venga sospeso. «Attualmente», sottolinea Gottardi, «ci sono nove medici a tempo indeterminato in forza al reparto legnaghese presenti nel turno sulle 24 ore più il primario. Uno di questi dottori, a breve, lascerà l'incarico, così come hanno fatto recentemente altri due colleghi. Tutto ciò renderà sempre più difficoltoso assicurare il servizio nell'arco dell'intera giornata, visto che la pianta organica prevede, al contrario, 18 medici in pianta stabile, ma questo numero non è stato mai raggiunto». Il sindacalista ribadisce: «La professionalità e la bravura dei pochi medici attivi al Pronto soccorso ha finora permesso il mantenimento del servizio, ma nel breve e medio periodo l'attività notturna sarà a rischio».

Medici gettonisti

Per Gottardi a poco è servito l'impiego, da parte dell'Ulss 9 Scaligera, di medici liberi professionisti a supporto del Pronto soccorso, che oltretutto comportano un aumento dei costi. «I tre gettonisti», rivela il sindacalista, «coprono complessivamente 28 turni mensili, l'equivalente del lavoro di un solo medico a tempo indeterminato».

«È questo il futuro del Servizio sanitario regionale?», si interroga il segretario generale della Uil Fpl di Verona. Il responsabile del sindacato attacca: «La strategia del Servizio sanitario regionale prevede un nuovo ospedale del futuro, ma nel frattempo che si fa? La gente è stanca di portare pazienza, così come medici, infermieri ed operatori socio-sanitari sono costretti a subire il nervosismo crescente delle persone che si rivolgono al reparto. E comunque si adoperano in tutti i modi per offrire il miglior servizio possibile».

«Siamo certi», rimarca Gottardi, «che c'è una soluzione diversa: abbiamo inviato una richiesta urgente di incontro al direttore generale dell'Ulss 9 Pietro Girardi». Il sindacalista conclude: «Aver chiuso il Punto di primo intervento all’ospedale di Bovolone ha creato disagi alla popolazione e gli effetti negativi sono tutt'altro che cessati. Occorre invertire la rotta per continuare a garantire la tenuta del servizio sanitario in un territorio così vasto». Intanto l’Ulss ha pubblicato il bando per affidare la progettazione della nuova sede del «Mater salutis» che sarrà realizzata a partire dal 2024 a fronte di una spesa di 153 milioni di euro.

Fabio Tomelleri

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