Ha ridotto in fin di vita, dopo averlo preso a pugni e scaraventato a terra dove ha continuato ad infierire su di lui, un saldatore 32enne di Pressana, che ora lotta tra la vita e la morte in un letto del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale di Padova. Ma l’individuo con accento dell’Est che, la notte tra sabato e domenica scorsi, probabilmente in preda ai fumi dell’alcol, aveva brutalmente aggredito per futili motivi Fabio Tomiozzo e un suo coetaneo di Montagnana all’esterno di un bar della città murata, è riuscito a farla franca soltanto per poche ore.
I carabinieri della stazione locale, in collaborazione con i colleghi dell’Aliquota operativa della Compagnia di Este, sono riusciti infatti a dare un volto ed un nome all’assalitore, che ha spedito in Rianimazione il giovane operaio veronese con un grave trauma cranico ed una frattura alla teca cranica. E così l’altra notte, al termine di febbrili ricerche che non si sono mai interrotte dopo quel parapiglia conclusosi nel peggiore dei modi, hanno rintracciato e sottoposto a fermo Gheorghe Badea: un romeno disoccupato di 36 anni, in Italia senza fissa dimora e con precedenti specifici per reati contro la persona, che vive nella cittadina del Palio. L’uomo, scovato dai militari del capitano Giovanni Truglio a casa di un connazionale, in via Borgo Eniano, sempre a Montagnana, è stato arrestato con l’accusa di lesioni personali gravi. Quindi, su disposizione del pm di turno della Procura della Repubblica di Rovigo competente per territorio, Andrea Girlando, è stato trasferito nel carcere del capoluogo polesano in attesa dell’udienza di convalida. Fondamentali per risalire al 36enne - il quale, dopo aver sferrato un potente destro al volto del malcapitato saldatore e aver continuato a colpirlo quando era riverso sull’asfalto privo di sensi, aveva fatto perdere le sue tracce - si sono rivelati gli indizi raccolti dagli investigatori. Ed in particolare le testimonianze, con successivo riconoscimento fotografico, rese dalle persone che avevano assistito a quel quarantotto immotivato davanti al «Leo Station Wine Bar» di viale Spalato.
A cominciare dal racconto fornito ai carabinieri da M.F., il 32enne che assieme all’amico «Tommi» - così tutti chiamano Tomiozzo - stava concludendo un sabato di festa uguale a tanti altri nel locale situato a pochi passi dalla stazione ferroviaria. Erano le 3.45 quando, in base a quanto riferito dal giovane padovano, sono sorti i primi screzi, poi degenerati nella violenza, con il romeno che entrambi conoscevano solo di vista. Scaramucce di poco conto, innescate a quanto pare da alcuni sguardi che il 36enne, complice qualche bicchiere di troppo, ha ritenuto inopportuni, eccessivi. Al punto da adirarsi per poi rivolgersi con fare minaccioso a Tomiozzo, il quale invece, in base sempre alla ricostruzione di M.F., non l’aveva affatto importunato. In pochi istanti, la tensione è salita alle stelle e i due amici hanno pensato di uscire dal locale anche per non mettere in difficoltà la barista.
Ma quello che era parso un dissidio banale non è finito lì. Il romeno li ha infatti seguiti all’esterno e si è trasformato in una furia incontrollabile. Dapprima ha colpito il giovane montagnanese facendogli volare via gli occhiali. Mentre M.F. si trovava a terra si è scagliato contro Tomiozzo, che è piombato a sua volta sull’asfalto battendo pesantemente la testa. Una versione al vaglio degli inquirenti che stanno mettendo assieme le tessere di una reazione sopra le righe per definire i contorni dell’aggressione. Quello che è purtroppo certo è che il saldatore pressanese, subito portato dal personale del 118 all’ospedale di Schiavonia prima del trasferimento d’urgenza a Padova, versa ancora in condizioni gravissime in Terapia intensiva e la prognosi resta riservata.