Dopo i solenni funerali che si sono tenuti venerdì a Guidonia (Roma), la città di Legnago attende il ritorno delle ceneri del tenente colonnello Marco Meneghello e intanto continua a ricordarlo.
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Il pilota-istruttore 45enne dell’Aereonautica militare è deceduto nell’incidente aereo avvenuto nella tarda mattinata del 7 marzo, mentre era ai comandi di un U-208A, nell’ambito di una missione di addestramento nelle vicinanze della base aerea del 60° Stormo a Guidonia. Il suo velivolo si è toccato con quello del collega colonnello Giuseppe Cipriano, 48 anni, di Taranto: per entrambi non c’è stato nulla da fare. I piloti, precipitando, sono riusciti a non coinvolgere nella tragedia case e civili.
Negli abitanti di Legnago, soprattutto nella frazione di Porto, in questi giorni sono riaffiorati diversi ricordi legati a Meneghello. E questo nonostante il militare avesse abitato in provincia di Verona solo fino ai vent’anni scegliendo poi, come il padre Giuseppe, maresciallo in pensione dei carabinieri, di entrare nelle forze armate, in Aeronautica, nel 1999, allontanandosi così dal paese d’origine.
Prima della vita militare, Meneghello però si era fatto ben volere da tanti. Lo hanno raccontato in questi giorni amici, professori e compagni di scuola del liceo Da Vinci di Cerea, ricordandone «il sorriso che non mancava mai e la capacità di essere leader e fare squadra all’interno di un gruppo».
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Il Porto River
Una nuova testimonianza arriva ora da Luigi Picelli, detto Gigi, ex dirigente, allenatore e factotum dell’ex società calcistica Polisportiva Porto River, oggi scomparsa. Tra fine anni ’80 e inizio dei ’90 la società, dotata solo di settore giovanile, si era distinta per gli ottimi risultati sportivi ottenuti.
In particolare, nella stagione 92/93 spiccava la categoria Allievi dove, a 15 anni, giocava Meneghello (nella foto, è il quinto in piedi da sinistra).
«Marco era un difensore centrale, dotato di grande fisico», ricorda Picelli, «avevo preso in mano la squadra a metà stagione subentrando ad un altro mister, eravamo nelle retrovie e finimmo con l’arrivare a giocarci, e purtroppo perdere, la finale provinciale. Era un gruppo di bravissimi ragazzi. Di Marco ricordo soprattutto la grande educazione, a volte poteva non partire titolare ma da parte sua non c’era mai una lamentela. Rispettava tutti i compagni e i dirigenti, sapeva farsi voler bene».
Il rammarico più grande di Picelli è che Meneghello sia stato parte di quella squadra solo per quell’annata. «Per motivi del lavoro del padre si trasferì e così lo perderemmo di vista. Nei giorni scorsi», prosegue Picelli, «è stata mia moglie a farmelo tornare in mente. Secondo lei Marco aveva giocato nel Porto River e così ho consultato l’archivio di quegli anni che conservo in casa ed ho trovato foto della squadra e il suo cartellino».
Il tesserino
Un documento che Picelli è intenzionato a restituire ai genitori di Meneghello. «Da anni», confida Picelli, «quando trovo uno dei miei ex calciatori, dopo averne fatto una fotocopia, restituisco il tesserino al legittimo proprietario e anche questa volta sarà così».
Le ceneri di Meneghello sono attese nella città di Salieri la settimana prossima quando la famiglia comunicherà come intende dare modo agli amici del loro caro di onorarlo e portagli un ultimo saluto.