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bovolone

Tumore fulminante spegne i sogni di Mattia, stroncato dal male a soli 20 anni

Ai primi sintomi il ricovero e in pochi giorni il decesso. La famiglia è distrutta dal dolore: «Abbiamo scoperto chi era veramente»
Amava i libri Mattia Passilongo: era un giovane speciale, avrebbe voluto lavorare in una biblioteca
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Un’altra giovane vita spezzata e Bovolone è davvero scossa. Un tumore ha strappato all’affetto dei suoi cari, a soli 20 anni, Mattia Passilongo, stroncato in due settimane dalla malattia. Un decorso fulminante della malattia scoperta solo nella fase finale, al punto che i medici hanno potuto fare ben poco.

Una vicenda che ha gettato nella disperazione papà Vinicio, mamma Patrizia e il fratello Davide e che ricorda da vicino quella di Cristian Bissoli, sopraffatto in agosto, a soli 18 anni, dopo un calvario durato mesi, da una forma tumorale molto aggressiva.

«Mattia ha sottovalutato i primi segnali, alla fine ha detto di aver sbagliato tacendo». Mamma Patrizia trova la forza di raccontare cosa è successo al figlio.

Quando Mattia ha avuto difficoltà respiratorie - il tumore aveva intaccato i polmoni - era tardi per curarlo.

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La scomparsa di Passilongo ha colto tutti di sorpresa anche perché il ragazzo aveva portato avanti la sua vita sociale, in paese e in parrocchia, fino ai primi di settembre: «A luglio ha partecipato come animatore a un campo scuola e ha percorso un pellegrinaggio di 100 chilometri, da Rieti a Roma. Domenica 3 settembre mi ha chiesto di accompagnarlo ad un raduno provinciale delle squadre di campanari, arte alla quale si era appassionato dai 12 anni», prosegue la mamma. «Ultimamente era riuscito a coinvolgere in un corso di suono delle campane altri giovanissimi: è voluto andare all’ultima lezione anche se non si sentiva tanto bene. Era riservato, quasi schivo. Non gli piacevano i social, aveva chiuso la pagina Facebook, amava molto i libri, aveva recitato ai Grest estivi e voleva lavorare in una biblioteca, in mezzo ai libri».

In parrocchia, dove era conosciuto e apprezzato per il suo impegno, si occupava delle letture in chiesa e si prestava a servire messa.

Il primo sospetto

Il primo sospetto in famiglia sul suo stato di salute lo hanno avuto per un affaticamento respiratorio, imputato lì per lì dal medico a una bronchite, curata con farmaci. Davanti all’inefficacia della cura e al peggioramento delle condizioni di Mattia, come la perdita di peso, i genitori si sono allarmati ed hanno insistito: portato all’ospedale, è arrivata una diagnosi terribile.

Il quadro clinico del ventenne si è complicato. Dopo le prime chemio, sembrava che si fosse stabilizzato ma poco dopo ha dovuto essere ricoverato in Terapia intensiva. Non si sarebbe più ripreso.

Nella notte di martedì 19 settembre il suo cuore ha cessato di battere: i suoi cari stavano correndo all’ospedale, allertati della gravità della situazione.

Notizia lampo

La notizia della scomparsa di Mattia ha fatto subito il giro di tutto il paese e martedì sera, alla recita del rosario, amici e conoscenti si sono ritrovati per sostenere la mamma e il fratello di Mattia: il papa Vincenzo non se l’è sentita di partecipare. «Mattia si è diplomato al liceo Da Vinci di Cerea lo scorso anno. Era uscito con un buon voto», aggiunge la mamma, «si era preso un anno di riflessione, prima di iscriversi all’università. Stava prendendo la patente. La sua reazione nei giorni del ricovero ci ha sorpreso. Ha svelato aspetti di lui che non conoscevamo: è apparso come liberato e sollevato da qualcosa che pesava e si teneva dentro».

I funerali di Mattia si terranno domani, alle 15, nella chiesa di Bovolone.

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Roberto Massagrande

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