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Lavoro nero, blitz in due capannoni

I carabinieri e i vigili del fuoco protagonisti dell’operazione di contrasto del lavoro irregolare a Minerbe
I carabinieri e i vigili del fuoco protagonisti dell’operazione di contrasto del lavoro irregolare a Minerbe
I carabinieri e i vigili del fuoco protagonisti dell’operazione di contrasto del lavoro irregolare a Minerbe
I carabinieri e i vigili del fuoco protagonisti dell’operazione di contrasto del lavoro irregolare a Minerbe

Una falegnameria completamente sconosciuta agli uffici del Comune che fa capo a un’azienda francese e un laboratorio di assemblaggio di capi di abbigliamento di marca, e molto costosi, gestito da un imprenditore cinese che però si avvaleva di manodopera in nero. Ad alzare il coperchio su queste situazioni di irregolarità è stata un’operazione «interforze» alla quale hanno preso parte i carabinieri della stazione di Minerbe e del Nucleo ispettorato del lavoro e i Vigili del fuoco. Un forte odore di vernice e movimenti sospetti di varie persone erano stati all’origine, nei giorni scorsi, di voci, tra i residenti, sulle misteriose attività che avrebbero luogo all’interno di uno stabile nella frazione di San Zenone, nel Comune di Minerbe. Venerdì mattina, alle 7, è quindi scattato il blitz dei carabinieri con il supporto dei vigili del fuoco. Nel magazzino c’erano legname, mobili e attrezzatura per la lavorazione e la verniciatura del legno. Seguendo un cavo elettrico, inoltre, i militari dell’Arma sono arrivati ad uno stanzino con un letto, dove si trovava un giovane immigrato dal Marocco. Una volta identificato, è emerso che l’uomo è destinatario di un decreto di respingimento firmato dal questore di Agrigento. Il legale rappresentante francese dell’attività che si svolgeva all’interno del capannone, di proprietà di un residente del posto, è stato quindi denunciato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si sospetta, per la presenza di altri giacigli di fortuna, che, oltre al nordafricano bruscamente svegliato dai carabinieri, attorno a tale attività, formalmente non registrata, ruotassero anche altri lavoratori impiegati in modo irregolare. I vigili del fuoco hanno inoltre effettuato verifiche sulle condizioni di sicurezza nel magazzino, privo, ovviamente, di certificato di prevenzione incendi. Per questo, al «titolare» è stata comminata la pesantissima sanzione di 36mila euro. Carabinieri e vigili del fuoco hanno poi controllato un secondo capannone, a qualche chilometro di distanza, quasi in centro a Minerbe. Si tratta di un’azienda tessile gestita da cittadini cinesi da poco insediatasi nel Comune e regolarmente iscritta alla Camera di Commercio dagli inizi del 2019. All’interno vi lavoravano tre operai, anch’essi di nazionalità cinese e solo uno di loro risultava in regola con l’assunzione. Gli altri due, invece, oltre a lavorare in nero risultano sprovvisti di permesso di soggiorno. Per questo motivo, oltre a una sanzione di quasi 40mila euro, i militari del Nucleo ispettorato del lavoro hanno applicato la sospensione dell’attività aziendale dedita all’assemblaggio di capi d’abbigliamento di marca, regolarmente forniti dalla rispettive ditte, in attesa di una regolarizzazione. Il provvedimento della sospensione scatta nel caso in cui all’interno di un’attività produttiva i lavoratori privi di contratto superano quelli assunti regolarmente. Nell’opificio i vigili del fuoco hanno riscontrato anche varie carenze dal punto di vista della sicurezza sul lavoro, dagli estintori seminascosti sotto montagne di stoffa alla mancanza di adeguate uscite di emergenza. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Santi

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