<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

La land art sui timori e le speranze della gente

La  barca «Africa» nella land art di Dario Gambarin FOTO GAMBARIN
La barca «Africa» nella land art di Dario Gambarin FOTO GAMBARIN
La  barca «Africa» nella land art di Dario Gambarin FOTO GAMBARIN
La barca «Africa» nella land art di Dario Gambarin FOTO GAMBARIN

A circa due settimane dal ritratto del presidente russo Vladimir Putin - che ha perfino portato a Castagnaro una troupe della tv di Stato russa - Dario Gambarin è tornato sui campi di famiglia per una nuova land art. Su un’area di 25mila metri quadri, l’artista, col suo trattore con aratro ed erpice rotante, ha «dipinto» a mano libera, cioè senza prima tracciare per terra alcun segno, un barcone di nome «Africa», accompagnato dalla scritte «Stop» e «Ius soli no». Al centro della performance, intitolata «Vox populi», c’è una grande barca, simbolo di un tema tanto delicato quanto controverso, che coinvolge e divide l’opinione pubblica. Il barcone, al cui interno campeggia la scritta «Africa», sembra navigare in acque tranquille ma davanti ad esso l’artista ha realizzato una lunga linea, a simboleggiare un muro.

Quindi le scritte «Stop» ed «Eu» - che sta per Europa – barrata con una croce. A completare l’immagine, subito sotto la barca, appare invece «Ius soli no», che fa pensare ad una netta presa di posizione da parte dell’artista contro il diritto di cittadinanza ai figli degli stranieri nati in Italia. «La mia non è una polemica politica. L’obiettivo di quest’opera, che spero non sia fraintesa», spiega Gambarin, «è ribadire come una soluzione comune e condivisa al problema di questi continui sbarchi debba essere trovata dall’Europa intera. E questa sembra essere anche l’opinione della gente. I sondaggisti sostengono che una larghissima fetta di italiani, tra il 95 e il 98 per cento, appare preoccupata dai continui arrivi di migranti. Per questo ho intitolato la land art “Vox populi”». Quanto alla sigla «Eu» barrata, il land artist chiarisce: «Ritengo giusto che queste persone siano aiutate e accolte, ma occorre colpire i trafficanti di esseri umani. Appena l’altro ieri, altri paesi europei, con l’Ungheria in testa, hanno chiesto all’Italia di fermare gli sbarchi. Un’assurdità: il problema c’è e va risolto in modo condiviso, altrimenti cosa ci stiamo a fare noi italiani in Europa se gli altri Paesi non ci danno una mano? Quanto allo Ius soli, non sono contrario a darlo ai tanti giovani che sono nati qui e vivono ogni giorno da integrati, ma servono leggi adeguate che regolino la materia per impedire che ciò avvenga in maniera incondizionata». E.P.

Suggerimenti