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BOVOLONE

Naser dorme in una Panda. «Se qualcuno ha una vecchia roulotte me la presti»

Naser Joussef con la vecchia Panda nella quale dorme davanti a casa
Naser Joussef con la vecchia Panda nella quale dorme davanti a casa
Naser Joussef con la vecchia Panda nella quale dorme davanti a casa
Naser Joussef con la vecchia Panda nella quale dorme davanti a casa

Lancia un appello, Joussef Naser, il pensionato di origine egiziana con cittadinanza italiana che dorme in una vecchia Fiat panda davanti alla casa di sua proprietà in via Novarina 7, chiusa e affidata da oltre un anno a un custode giudiziario a garanzia di un debito della ex moglie del quale il 67enne era garante: l’uomo è ancora in attesa di novità e sviluppi positivi per la sua non facile situazione che però tardano a venire.

Una vecchia roulotte «Se qualcuno ha una vecchia roulotte da mettermi a disposizione, in attesa di riottenere le chiavi di casa mia dall’autorità giudiziaria, mi farebbe un grosso piacere. Passare le notti in auto e il resto del giorno senza un riparo diventa ogni giorno più duro», dice il 67enne. Nel tentativo di sbrogliare la situazione, ha pure scritto una mail al Presidente del tribunale di Verona, e pensa di scrivere all’ambasciata egiziana per segnalare un trattamento ingiusto e sproporzionato alla posta in gioco. Al presidente del tribunale ha scritto in prima persona, da semplice cittadino italiano, chiedendo un appuntamento per manifestare la sua protesta. Ma, al di là di ascoltare la protesta, il presidente si è dichiarato non competente alla soluzione del problema. L’appello di Naser arriva al termine di un’altra settimana passata inutilmente, interrotta da una festività e da un lungo ponte. Il recente cambio dell’avvocato non ha certo accelerato la sua pratica: il nuovo legale ha chiesto infatti tempo per studiare il suo caso, prima di presentare l’istanza finalizzate al riottenimento dell’immobile. Da ottobre a oggi Da ottobre, Naser Joussef sta pagando le rate mensili dell’insoluto, pari a 21 mila euro, ma non è ancora riuscito a rientrare in possesso della sua casa e se ne sta perciò in strada con la sua vecchia utilitaria a veder crescere la vegetazione nel suo giardino, che si mostra sempre più incolto, senza poterla tagliare, come avrebbe fatto se potesse rietrare a casa sua: «Guardi. Sembra un terreno abbandonato, quasi me ne vergogno ma io resto qui a sorvegliarla», dice Joussef che non si dà pace. L’uomo, cittadino italiano da 35 anni, è impattato con i tempi della giustizia italiana e la logica burocratica delle procedure esecutive italiane e si è ritrovato stritolato in un meccanismo paradossale che gli sta rendendo la vita impossibile. Nonostante stia pagando le rate, nel rispetto dell’accordo con la banca creditrice siglato ad ottobre 2021, la casa è rimasta affidata a un custode giudiziario ed è quindi per lui inaccessibile. «Non merito questo» Giusto un mese fa, al rientro da un viaggio in Egitto, l’aveva trovata pure svaligiata: lui stesso ha denunciato l’accaduto ai carabinieri che sono arrivati per un sopralluogo e stilare il verbale. «Non merito tutto questo: lasciare un anziano a dormine in macchina non è umano, mi dicono che la casa è affidata in custodia ma in realtà è a tutti gli effetti abbandonata: l’erba ad esempio non è più stata tagliata, cresce cresce e non posso farci niente. Voglio tornare a dormine nel mio letto», dice disperato.•.

Roberto Massagrande

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