Ippolita Forante, braccio operativo di don Baldo

Madre Ippolita Forante: morì esattamente 90 anni fa L’ex ospedale, ora casa di riposo del beato Giuseppe Baldo

tare la mostra di documenti e foto «Madre Ippolita Forante: figlia, sorella, Madre, mamma, donna» allestita dalla congregazione delle suore Piccole Figlie di San Giuseppe e dalla residenza per anziani Baldo–Ippolita e curata da Ernesto Santi, biografo della religiosa. Non sono molte, ma non è neanche raro incontrare nel Veronese tra Ottocento e Novecento, in ambito religioso, figure femminili che hanno contribuito a fondare e gestire istituzioni tuttora presenti nel contesto provinciale, nazionale e internazionale. Ippolita Forante, nata nel 1864 e vissuta permanentemente a Ronco all’Adige, è una di queste. Proprio nel novantesimo anniversario della morte, è bene riscoprirne la figura e la statura, che appare ingiustamente defilata rispetto al beato Giuseppe Baldo (1843-1915), il parroco di Ronco che fu suo padre spirituale e insieme a lei ispiratore e fondatore dell’Istituto religioso delle Piccole Figlie di San Giuseppe, di cui Ippolita fu la prima religiosa a essere consacrata e madre generale nella fase iniziale, precisamente tra il 1894 e il 1926. Solo apparentemente, l’indole e il carattere di questa religiosa appare dimesso. Siamo di fronte invece a una donna energica e sicuramente, nonostante la formazione culturale limitata alla scuola elementare, un esempio di figura femminile da riscoprire, molto più avanti per l'epoca in cui visse. La sua congregazione e il suo esempio saranno un saggio e illuminato riferimento negli anni della Prima Guerra mondiale. Umile, riservata, dedita al servizio e alla cura delle persone a lei affidate, Ippolita si era inserita nella comunità parrocchiale ronchesana. La sua missione venne sostenuta e guidata, nella prima fase della sua esistenza, da don Giuseppe Baldo, sacerdote che seppe trasmetterle, oltre che i rudimenti della fede e della vita religiosa, il senso profondo e la direzionalità di un impegno esigente e costantemente rinnovato. Le istituzioni socio-assistenziali ed educative di Ronco furono per lei non solo un banco di prova operativo e direttivo, ma anche un modello ripetuto in altre comunità, come avvenne per le case filiali aperte in altre diocesi, prima e dopo la morte di don Baldo. Forante rimane esempio certo di un servizio che va oltre l’ambito confessionale e si fa responsabile impegno nei confronti della persona sofferente, emarginata, sola, esclusa e pure delle nuove generazioni. Ippolita, al di là del suo servizio nella congregazione religiosa, è figlia autentica del messaggio baldiano che vede nella religione non solo un aspetto intimistico e personale, ma soprattutto un impegno sociale verso il prossimo e ciò per migliorare e cambiare la società, trasformandola e rendendo meno precaria la vita di molte persone bisognose. Lei fu assistente a domicilio, infermiera, insegnante della dottrina cattolica, maestra delle professe, fondatrice della congregazione religiosa che guidò come madre superiora e generale. Quando a Ronco all’Adige nacque Clementina Ippolita Forante, il paese viveva quella ruralità intensa e pervasiva che tutto comprende, proprio mentre sta per prendere avvio, a livello protoindustriale, la lavorazione del laterizio nelle varie fornaci sorte in paese. Siamo appena dopo la metà dell’Ottocento e il Veneto non aveva ancora deciso la sua annessione al nuovo Stato unitario italiano. In un umile abitazione, da Luigi Forante, lavoratore autonomo e da Rosa Pertile nacque Clementina Ippolita: era il 9 maggio del 1864. A 13 anni (nel 1877) l’incontro per lei folgorante con il nuovo parroco di Ronco, don Giuseppe Baldo, che ben presto indirizzerà il futuro della giovane parrocchiana. • (...)

Clicca qui per proseguire la lettura

Suggerimenti