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le trenta parrocchie del vicariato di legnago sono contrarie

Il monito dei sacerdoti: «No alle ceneri dei defunti disperse nell'Adige»

«La Chiesa accetta la cremazione ma è contraria alla nuova prassi». Le parrocchie hanno redatto un vademecum per le esequie: niente canti solisti ai funerali e per i fiori occhio agli sprechi
A Legnago i sacerdoti contro la pratica di disperdere nel fiume Adige le ceneri dei propri defunti
A Legnago i sacerdoti contro la pratica di disperdere nel fiume Adige le ceneri dei propri defunti
A Legnago i sacerdoti contro la pratica di disperdere nel fiume Adige le ceneri dei propri defunti
A Legnago i sacerdoti contro la pratica di disperdere nel fiume Adige le ceneri dei propri defunti

«No alle ceneri dei defunti in Adige». La presa di posizione netta contro la pratica, in crescita a Legnago, di gettare i resti dei propri cari nel fiume che attraversa il capoluogo della Bassa, arriva dai parroci delle 30 parrocchie del vicariato cittadino.

Monito dei sacerdoti

Durante l’ultima riunione periodica (congrega, ndr) dei sacerdoti delle comunità del Legnaghese, che abbraccia un vasto territorio che va da Angiari a Torretta e da San Pietro di Legnago a Bevilacqua, i preti hanno deciso di mettere in guardia i fedeli su alcune pratiche funerarie in ascesa nel capoluogo della Bassa e dintorni, autorizzate dai Comuni ma vietate dalla Chiesa.

Per questo hanno redatto un vademecum, distribuito in tutte le parrocchie del vicariato, dove puntualizzano alcuni aspetti delle cerimonie funebri, a cominciare da quelle in cui è prevista la cremazione del defunto. «La Chiesa non si oppone alla cremazione in assenza di motivazioni contrarie alla fede», avvertono i parroci del vicariato nel documento, «tuttavia è decisamente contraria alla prassi di spargere le ceneri oppure di conservarle in luoghi diversi dal cimitero, come in casa».

Nelle esequie cristiane è il camposanto il luogo della memoria

«Il camposanto», chiariscono i sacerdoti, «è il luogo della memoria che raccoglie la comunità intorno al ricordo dei propri morti. Altre prassi sottintendono una concezione privatistica della morte, in contrasto con il significato delle esequie cristiane». «Mentre può essere accettato che le ceneri vengano sepolte nel terreno della nuova area per le dispersioni del cimitero comunale, o depositate in tombe, cellette o loculi cimiteriali», chiarisce don Moreno Roncoletta, parroco di Porto e vicario foraneo, «abbiamo voluto ribadire che altre forme, come il rilascio dei resti mortali in fiumi, laghi, mari, nei boschi in altri luoghi, sia pur autorizzati dalla legge, non è consentito dalla Chiesa, anche se le richieste dei fedeli in tal senso non mancano».

Il vademecum

Accanto alla tematica della cremazione i parroci hanno steso delle linee guida pure per tutte le esequie. «Non vogliamo mettere a disagio i congiunti con imposizioni ferree», annota don Roncoletta, «tuttavia desideriamo che il funerale religioso, in quanto momento di fede comunitario, mantenga tale significato e venga innanzitutto concordato con il proprio parroco». Il decalogo fornisce una serie di indicazioni volte a far sì che la cerimonia religiosa per la dipartita di un defunto non trascenda dal suo significato spirituale. «Se qualcuno vuole fare un intervento o una preghiera durante la celebrazione», scrivono i preti, «questo va sempre condiviso con il sacerdote prima della celebrazione».

Niente canti solisti ai funerali

«I canti solisti», aggiungono i parroci, «non si adattano alla liturgia funebre, inoltre canti profani o altri tipi di interventi e saluti vanno eventualmente distinti dal momento di fede ed effettuati all’esterno della chiesa o in cimitero».

Per quel che concerne i fiori, i sacerdoti ammoniscono: «Si faccia attenzione agli sprechi, preferendo piuttosto gesti di solidarietà a favore di reali necessità di tanti fratelli e sorelle bisognosi».

I funerali Infine i parroci del vicariato invitano i fedeli a non sostare a lungo davanti alla chiesa al termine dei funerali. «Tale usanza», puntualizzano i religiosi, «sta infatti prendendo sempre più piede ma interrompe la liturgia ed il celebrante è spesso costretto a fermarsi a lungo, con la salma in mezzo all’inevitabile confusione».

«È preferibile», concludono i parroci, «che le condoglianze ai parenti si facciano eventualmente al cimitero o dopo la recita del rosario nelle sere precedenti la cerimonia, e comunque al di fuori della chiesa». Saranno i parenti a dare indicazioni alle imprese funebri.

Fabio Tomelleri

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