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Finto fisioterapista deruba anziana

di Stefano Nicoli
La simulazione dello scippo di cui è stata vittima l’anziana DIENNEFOTO
La simulazione dello scippo di cui è stata vittima l’anziana DIENNEFOTO
La simulazione dello scippo di cui è stata vittima l’anziana DIENNEFOTO
La simulazione dello scippo di cui è stata vittima l’anziana DIENNEFOTO

«Come vanno i dolori? La cervicale le fa male?». E, senza dare nemmeno il tempo all’anziana avvicinata in pieno centro a Legnago di capacitarsi di quello strano approccio, il sedicente fisioterapista, come si è classificato, le ha appoggiato due dita sul collo. Quindi, con un tocco impercettibile frutto di un’abilità collaudata, ha sfilato la collana d’oro alla malcapitata pensionata, che lì per lì non si è accorta di nulla. Salvo poi scoprire, una volta arrivata a casa della figlia, di essere rimasta vittima dell’ennesimo furto con destrezza. Un colpo sempre più diffuso anche nella Bassa dove i ladri-truffatori prendono di mira solitamente persone sole, fragili ed indifese. Tuttavia, quella inscenata in pieno giorno in viale dei Caduti, a pochi passi dal municipio cittadino, ai danni di una 83enne residente nel quartiere, è una nuova variante dell’ormai rodata tecnica dell’abbraccio, di cui a fine febbraio aveva fatto le spese anche un 86enne di Castagnaro, abbordato da una ragazza all’uscita da messa con la scusa di salutarlo e derubato del portafoglio. Il giovane alto e di bell’aspetto, sui 35 anni, con modi distinti e con addosso un giubbino impermeabile di colore blu, non ha sciorinato infatti il consueto repertorio di smancerie e complimenti per trarre in inganno la signora. E non si è finto nemmeno un amico dei suoi figli o un lontano parante. Il malvivente di turno ha giocato ancora più subdolamente sulla salute, un terreno su cui gli anziani sono particolarmente sensibili e vulnerabili. Di fronte alle richieste di spiegazioni di L.P., la pensionata su cui aveva puntato gli occhi, si è infatti qualificato come un fisioterapista di San Pietro. «Un pretesto bell’e buono», riferisce D.F., il figlio dell’anziana scippata, «che non è servito però a garantirgli la fiducia di mia mamma, la quale fortunatamente è ancora pronta di riflessi. Non appena l’ha avvicinata l’ha invitato infatti subito ad allontanarsi. Purtroppo, malgrado la sua reazione, è stata ugualmente raggirata da questo individuo meschino che le ha strappato senza che se ne accorgesse la collana di grande valore affettivo, oltre che economico, alla quale aveva agganciato un ciondolo ricevuto in regalo 40 anni fa». Tutto è capitato in una manciata di secondi lungo uno dei viali più trafficati del centro. «Erano da poco passate le 10.30 quando mia madre», prosegue sempre il figlio, «è uscita di casa per recarsi dal medico a misurarsi la pressione, sbrigare qualche commissione e poi fare visita a mia sorella, come fa abitualmente essendo ancora autonoma e attiva. Ad un certo punto, all’altezza dell’agenzia viaggi, è stata raggiunta alle spalle da un giovane italiano, senza particolari accenti e privo della mascherina anti-Covid, che per convincerla a dargli retta si è informato su come fosse messa con la cervicalgia». Un’avance che è apparsa subito singolare a L.P. e che, come poi si è verificato, celava un intento tutt’altro che premuroso. Anche perchè trattandosi di uno sconosciuto la domanda appariva insensata e del tutto fuori luogo. A quel punto, la pensionata si è affrettata a rispondergli che lei non soffre affatto di disturbi cervicali e ha proseguito dritta per la sua strada esortandolo ad andarsene. Ma il finto fisioterapista non si è dato per vinto. «A distanza di due secondi», rivela il figlio dell’anziana, «le ha messo infatti due dita sul collo, mia mamma non ha fatto in tempo a dirgli di stare fermo, chiedendogli chi fosse e cosa volesse, che l’ha salutata e si è dileguato a piedi». Inizialmente, l’83enne, seppur scossa da quell’incontro a dir poco grottesco, non si è accorta che il giovane le aveva scippato il collier con agganciata la medaglia alla quale era molto legata. «L’amara scoperta», aggiunge il figlio, «l’ha fatta quando è arrivata a casa di mia sorella e le ha riferito la disavventura capitatale. Ha messo le mani al collo e non aveva più la collana. Al di là del fatto di essere stata privata di un ricordo di famiglia, si è sentita doppiamente ferita e quasi in imbarazzo per quanto è successo. Questi delinquenti alimentano infatti negli anziani che derubano un senso di colpa, di vergogna per essere caduti in trappola sebbene non abbiano nulla da farsi perdonare. Ed è questo che fa più male e rende questi episodi ancora più raccapriccianti e intollerabili». •

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