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L'inaugurazione

Donne vittime di violenza, ad Angiari la piazza del rispetto

Un luogo aperto per eventi, spettacoli e incontri. Una statua in marmo di Carrara raffigura la sofferenza femminile
Angiari, inaugurazione della piazza del rispetto (Diennefoto)
Angiari, inaugurazione della piazza del rispetto (Diennefoto)
Inaugurazione piazza del Rispetto ad Angiari (video Dienne)

«Il Comune di Angiari, con questa piazza, lancia una luce di speranza che illuminerà tutta la provincia». Così Donato Giovanni Cafagna, prefetto di Verona, ha salutato con favore l’inaugurazione, nel centro di destra Adige, della «Piazza del rispetto», ossia un luogo, come ha fatto incidere sulla targa il sindaco Antonino Puliafito, «dedicato alle donne vittime di violenza e di femminicidio».

 

L’anfiteatro

La nuova area pubblica che sorge tra il cimitero e la palazzina che ospita il centro per anziani «Il Filò», assieme alla statua in marmo bianco di Carrara che lo scultore Antonio Esposito ha dedicato alla sofferenza femminile, è stata inaugurata sabato mattina di fronte a 150 persone. Al taglio del nastro erano presenti diverse autorità. Oltre al prefetto, c’erano pure Roberto Massucci, questore di Verona, il maggiore Luigi Di Puorto, comandante della Compagnia dei carabinieri di Legnago, affiancato dal luogotenente Luigi Mura, a capo della stazione dei militari di San Pietro, l’europarlamentare Paolo Borchia, il senatore Antonio De Poli, gli onorevoli Ciro Maschio e Maddalena Morgante, oltre al consigliere regionale Alessandra Sponda.

Alla cerimonia, inoltre, hanno preso parte una ventina di sindaci del territorio, guidati da Flavio Pasini, presidente della Provincia nonché primo cittadino di Nogara.

 

Associazioni e commissioni

A conferma dell’importanza di questo nuovo spazio urbanistico, pensato come un anfiteatro a cielo aperto per accogliere eventi, spettacoli e incontri, c’erano i delegati della Commissione alle Pari opportunità della Provincia e le organizzazioni di volontariato che si occupano della violenza verso le donne e delle loro famiglie. Tra queste, all’appuntamento ha preso parte anche l’Associazione vittime riunite d’Italia.

Per la realizzazione della piazza e della scultura, il Comune ha impegnato 190mila euro del proprio bilancio.

 

Un esempio per tutti

«Un’iniziativa come quella realizzata dal municipio angiarese», ha puntualizzato il prefetto Cafagna, «è un esempio che va ripreso al più presto, da altri Comuni scaligeri, per lanciare un segnale concreto verso questa piaga sociale». L’intervento del sindaco Puliafito è stato sulla stessa lunghezza d’onda di quello di Cafagna. «Quanti sosteranno in questa piazza ed osserveranno il monumento», ha rimarcato il primo cittadino, «saranno necessariamente costretti a meditare su un problema che si può eliminare soltanto educando più persone possibile e la comunità intera al rispetto di chi ci è vincono. Andando oltre simboli come luci o panchine, abbiamo pensato un luogo dove padri e madri, ma anche nonni, prenderanno per mano i loro bimbi e li educheranno all’amore».

Il primo cittadino ha quindi letto i messaggi di plauso per l’iniziativa inviatigli da varie autorità che erano state invitate alla cerimonia organizzata ad Angiari, quali il presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi, quello per le Riforme istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati e la senatrice Giulia Bongiorno. Le iniziative per le donne Il governatore del Veneto Luca Zaia, invece, ha scritto al sindaco: «La Regione è ben conscia del problema di donne che vengono uccise o maltrattate, anche dal punto di vista psicologico. Per questo vengono finanziati sul territorio i centri antiviolenza a cui le stesse vittime di abusi o violenze si possono rivolgere».

«A Venezia», ha sottolineato Alessandra Sponda, consigliere regionale, «ho presentato un progetto di legge che, rafforzando le norme a tutela delle donne maltrattate, prevede l’istituzione di un fondo per i minori figli di madri vittime di femminicidio». «Alla commissione giustizia della Camera», ha informato Maschio, «stiamo proprio discutendo in questi giorni un progetto di legge rafforzativo dalla legge del Codice Rosso, varata nel 2019». «Per combattere la violenza verso l’universo femminile», ha concluso Morgante, «bisogna agire sulla leva della cultura e la risposta di Angiari va proprio in questo senso». Per Nicoletta Chiavegato, rappresentante dell’Ulss 9, «da qui si crea la base per il rispetto di tutte le diversità all’interno delle nostre comunità» .

Fabio Tomelleri

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