<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La tragedia di Torretta di Legnago

Dolore e lacrime per Bianca, ore di speranza per Martina

Bianca Papushllaj
Bianca Papushllaj
Bianca Papushllaj
Bianca Papushllaj

 I sogni e il futuro di Bianca si sono infranti tragicamente a soli 18 anni su un tratto della Provinciale 46 che collega Torretta a Vangadizza di Legnago. La sua amica Martina, 19 anni, che l’altra sera era al volante della Peugeot 208, schiantatasi contro un platano e trasformatasi in una trappola mortale, è invece in condizioni disperate e lotta per la vita su un letto del reparto di Rianimazione dell’ospedale veronese di Borgo Trento.

È la straziante sintesi di quella che doveva essere una serata estiva spensierata per le due ragazze, nate entrambe nel 2003 a cinque mesi di distanza l’una dall’altra, che giovedì sera erano partite da Castelmassa (Rovigo) per trascorrere qualche ora in centro a Legnago. Una trasferta di 24 chilometri in una caldissima serata di fine giugno che, purtroppo, è sfociata improvvisamente in una tragedia devastante. Un botto tremendo, che ha fatto sprofondare nelle lacrime e nella disperazione due famiglie e l’intera comunità del piccolo centro polesano dove sono cresciute e avevano stretto amicizia.

Il terribile impatto Bianca Papushallaj e Martina Carlin erano partite poco dopo le 21 da casa. La prima sedeva sul lato passeggero, l’altra invece guidava l’utilitaria che di lì a poco sarebbe diventata un groviglio di lamiere. Stavano percorrendo via della Valle, un tratto rettilineo di Sp 46 immerso tra i campi che porta alla frazione di Vangadizza, quando all’altezza del civico 25 si è verificata la paurosa sbandata. La Peugeot è schizzata sull’altro lato della strada, poco lontano dalla trattoria «Ai cacciatori», terminando la sua corsa contro un grosso platano. Per Bianca, una bella ragazza bionda, solare e sempre sorridente, nata in Italia da genitori di origini albanesi, non c’è stato purtroppo nulla da fare. Per la sua amica, estratta dall’abitacolo andato distrutto dai pompieri e dal personale del 118, è iniziata la corsa verso il Polo Confortini di Verona dove ieri sera era ancora in pericolo di vita. La prognosi resta perciò riservata e bisognerà attendere le prossime ore per sapere se la 19enne riuscirà a farcela come tutti si augurano. Evitando così di aggravare ulteriormente il bilancio già pesante di una disgrazia che lascia senza parole.

Le indagini I carabinieri del Nucleo operativo e Radiomobile di Legnago, intervenuti giovedì sera per i rilievi e per coordinare i soccorsi, sono ritornati ieri sul luogo dell’incidente per completare gli accertamenti. Stando alla ricostruzione effettuata dai militari prende sempre più piede l’ipotesi che la 19enne sia finita con una ruota sulla banchina laterale e che poi, nel tentativo di riportare la Peugeot sulla carreggiata, abbia sterzato. Una manovra che si è rivelata però fatale: l’auto è piombata sulla corsia opposta centrando uno degli alberi che costeggiano via della Valle. All’origine del violento impatto, che non ha lasciato segni di frenata sull’asfalto, potrebbe esserci perciò una distrazione o il tentativo di schivare un animale selvatico spuntato sulla strada. Così come all’origine della spaventosa carambola ci potrebbe essere anche l’inesperienza al volante visto che la 19enne aveva conseguito la patente da poco. Gli inquirenti tendono invece ad escludere il coinvolgimento di altri veicoli. Valutazioni che, tuttavia, non cambiano l’agghiacciante bilancio di uno schianto di cui gli uomini del capitano Luigi Di Puorto hanno subito informato il pm di turno, il dottor Stefano Aresu della Procura di Verona.

Lutto e speranza La notizia dell’infausto destino di Bianca è rimbalzata nelle prime ore di ieri mattina a Castelmassa suscitando sconcerto e vasto cordoglio tra le tante persone che la conoscevano e le volevano bene. La 18enne, studentessa al liceo artistico Munari, aveva iniziato da poco a lavorare al «Nerocaffè», un locale molto in voga tra i giovani della zona frequentato anche dall’amica Martina, sua compagna di scuola. La comunità polesana, stordita da un dramma difficile da accettare, si è stretta subito al dolore della sua famiglia molto conosciuta a Castelmassa. Il papà Rudin, operaio in una ditta del distretto della giostra, aveva giocato in passato nella squadra locale degli Amatori. Bianca, che avrebbe compiuto 19 anni il 28 ottobre, lascia anche la mamma Eriola e un fratellino. In attesa di dare l’ultimo saluto alla sfortunata ragazza - la salma è stata trasferita nelle celle mortuarie dell’ospedale di Legnago in attesa del nulla osta per i funerali - si susseguono sui social i ricordi, intrisi di affetto e tristezza, per la 18enne. Il più toccante l’ha postato il padre: «Amore di papà perchè mi hai lasciato solo, portami lassù con te». Se la famiglia di Bianca è piombata in un lutto che rimarrà una ferita indelebile, quella di Martina sta vivendo ore di ansia mista a speranza. E l’intero paese è vicino ai genitori e al fratello gemello, con l’augurio che almeno lei possa farcela.

Stefano Nicoli

Suggerimenti