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Un ristoratore a San Pietro di Morubio

Cercansi disperatamente cuochi e camerieri: «Non si trovano, dovrò chiudere un giorno»

Bezzetto: «I giovani che si presentano non vogliono lavorare nei weekend o chiedono di essere pagati in nero». Lo stipendio oscilla da 1.500 a 2mila euro mensili
Mattia Bezzetto, il ristoratore alla ricerca disperata di personale, e il suo locale (Dienne)
Mattia Bezzetto, il ristoratore alla ricerca disperata di personale, e il suo locale (Dienne)
Mattia Bezzetto, il ristoratore alla ricerca disperata di personale, e il suo locale (Dienne)
Mattia Bezzetto, il ristoratore alla ricerca disperata di personale, e il suo locale (Dienne)

Grembiule da cameriere e «toque» da chef snobbati dai giovani in barba alla crisi. A Mattia Bezzetto, 37enne titolare della pizzeria-ristorante «L'Antico Casale» di San Pietro di Morubio, sembra di vivere un paradosso. Il suo locale, che l'imprenditore originario di Legnago gestisce da 10 anni, dall'estate 2021 è tornato a viaggiare a gonfie vele dopo un 2020 da dimenticare a causa della pandemia.

Personale introvabile

D'altro canto, però, da settembre dell'anno scorso Bezzetto deve fare i conti con le difficoltà sempre più crescenti nel reclutare maggiorenni per potenziare l'attuale organico di 25 dipendenti. «Nonostante i numerosi annunci pubblicati sui social», rimarca Bezzetto, «ho ancora bisogno di quattro camerieri e due cuochi». «Eppure», prosegue l'imprenditore, «garantisco lavori part-time o full-time regolarmente retribuiti secondo il contratto collettivo nazionale per la ristorazione. Con la possibilità, quindi, di percepire uno stipendio da 1.500-1.600 euro mensili per il personale di sala a tempo pieno e di 2mila euro e più per i cuochi». «Senza nuovi addetti», sottolinea il gestore, «mi sarà impossibile tenere aperta la struttura sette giorni su sette, come avviene ora».

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Chiusura forzata e caro bollette

«Da novembre», annuncia il ristoratore, «dovrò quindi chiudere il lunedì, anche se controvoglia. Del resto voglio garantire a ciascun membro dello staff attuale due riposi settimanali, visto l'impegno che questo mestiere richiede». «Dall'altra parte», rimarca il 37enne, «non posso rinunciare a parte del lavoro, tenendo conto che le bollette di luce e gas, nell'ultimo anno, sono lievitate di oltre quattro volte».

«La pandemia», annota il titolare del L'Antico Casale, «ha segnato per questo settore una cesura: fino allo scoppio dell'emergenza Covid non avevo bisogno di pubblicare annunci di lavoro. Sulla mia scrivania c'erano talmente tanti curriculum vitae che avevo l'imbarazzo della scelta. Ora nemmeno l'istituto superiore che ci coinvolgeva nei propri stage e dal quale sono usciti molti dei miei dipendenti ci invia gli elenchi degli studenti che hanno concluso il ciclo di studi, opponendo questioni di privacy per noi ingiustificate».

AAA Camerieri cercansi

Agli annunci di lavoro diffusi sui social da Bezzetto per trovare dei camerieri hanno risposto, nell'ultimo anno, 20 persone, tra i 25 ed i 40 anni. Dodici di queste, però, hanno gettato la spugna ancor prima di iniziare. Ne sono state così assunte solo otto, di cui quattro però hanno già concluso il contratto a termine concordato.

«Da un lato», annota Bezzetto, «ci sono candidati che, al colloquio, rinunciano perché esplicitamente interessati soltanto a mansioni che si svolgano dal lunedì al venerdì. Altri pretendono invece un impiego in nero, in modo da non perdere eventuali sussidi di disoccupazione». «Una 40enne», annota il gestore, «dopo che avevo già concluso le pratiche per l'assunzione, mi ha detto che non era più disposta a venire. Ho dovuto pertanto accollarmi pure i costi di chiusura della sua posizione».

I cuochi chiedono anche l'alloggio

All'avviso per reperire cuochi con esperienza, invece, hanno risposto in sette. «Cinque di questi», rimarca il titolare, «arrivavano da fuori Regione e pretendevano l'alloggio, cosa per me impossibile da garantire, mentre gli altri due chiedevano compensi spropositati».

Bezzetto ha una sua idea al riguardo: «Secondo me mancano in molti casi genitori che educhino i propri figli, soprattutto gli studenti universitari, a guadagnarsi con un po' di sacrificio i soldi per le loro spese come accadeva un tempo. Il fatto più sconcertante è che ciò non avviene solo in questo settore. In giro vedo molti cartelli esposti da attività che cercano giovani addetti, anche part-time, spesso invano». «Lavorare nei week end», gli fa eco Riccardo, cameriere 20enne che da due anni fa parte dello staff de L'Antico Casale, «non mi impedisce di ritrovarmi con gli amici a fine turno. Non è un sacrificio insormontabile come può sembrare a tanti miei coetanei». 

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Fabio Tomelleri

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