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Pressana

La frazione è invasa dai moscerini: «Non riusciamo a capire perché»

Moscerini morti Gli insetti invadono da giorni la frazione
Moscerini morti Gli insetti invadono da giorni la frazione
Moscerini morti Gli insetti invadono da giorni la frazione
Moscerini morti Gli insetti invadono da giorni la frazione

Sciami di moscerini fermi in volo a mezz’aria in giardino, in cucina, nel bagno di casa. Nugoli di insetti neri che stazionano sulle pareti e sui soffitti, si infilano tra i capelli e si attaccano ai vestiti. C’è anche il rischio di ingerirli perché sono attratti dalle secrezioni odorose di animali e di esseri umani.

Da una quindicina di giorni, gli abitanti della frazione di Crosare di Pressana - ma anche qualche famiglia della vicina Roveredo di Guà - sono diventati «ostaggio» di questi animaletti che non ronzano, non pungono, ma entrano in qualsiasi fessura e vengono attirati dal sapore zuccherino della frutta matura e dal ristagno d’acqua nei tubi dei lavandini e delle vasche da bagno.

Strano fenomeno

È probabile che si tratti della specie più diffusa, ovvero della Drosophila Melanogaster, meglio nota come moscerino della frutta. Questi moscerini si trovano in misura massiccia nei siti in cui fermenta e viene trasformata la frutta, oppure nelle cucine industriali. Un’altra specie molto comune sono le Sciaridi, ovvero i moscerini dei funghi, che proliferano in particolare nelle zone umide e si nutrono di funghi, muffe, radici terminali delle piante. La buona notizia è che le varie specie di moschini non sembrano essere pericolosi per la salute umana. Quella cattiva è che sono molto fastidiosi ed è difficile liberarsene. Di solito, la loro presenza è frequente quando sta per terminare l’estate ed inizia l’autunno. È in quella stagione, infatti, che la frutta giunge a maturazione e l’uva è pronta per la vendemmia. L’invasione di moscerini in quelle settimane è normale, ormai più nessuno sembra farci caso. Quello che stupisce, invece, è la loro presenza massiccia in primavera.

Disagi e proteste

Gli abitanti di Crosare cercano, per quanto possibile, di aprire il meno possibile porte e finestre e, se lo fanno, sono costretti ad abbassare le zanzariere. «Quando mi avvicino per chiudere la finestra, scopro che le zanzariere sono completamente scure, tutti i moscerini si impigliano e rimangono appesi, costringendomi a fare una pulizia accurata delle reti», riferisce Davide Bellini che, come i suoi vicini, è costretto ad utilizzare insetticidi e lampade cattura-insetti per difendersi dall’assalto dei moscerini. Come lui, anche Sandra Pozzan, sempre residente a Crosare, è alle prese con lo stesso, insopportabile, disagio. E pure Maria Dal Maso e Daniele Pasato. In centro paese c’è pure un ristorante che, più ancora dei privati, ha tutto l’interesse di veder risolto il prima possibile il problema. Bellini ha deciso di segnalare il problema all’Ulss perché ritiene che si tratti di una questione di igiene pubblica.

 

Il Comune

Anche il sindaco di Pressana Renato Greghi è stato informato di quanto sta accadendo e ha voluto egli stesso sincerarsi della situazione, visitando le case di alcune famiglie di Crosare. «Il problema è autentico», afferma, «e la grande presenza di insetti sta diventando insopportabile. Stiamo cercando di capire come mai la zona interessata dal fenomeno sia così specifica e circoscritta. Ho scritto all’Unità operativa Salute e Ambiente del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 9 per chiedere un controllo accurato per individuare le cause, le aree o eventuali attività che possano aver favorito l’acuirsi di questo particolare evento». Greghi ha già interpellato alcune ditte che si occupano di disinfestazione per valutare l’opportunità di attuare operazioni di pulizia con prodotti specifici. «Non è un intervento semplice da effettuare», precisa Greghi, «perché si rischia di sbagliare il momento e di ritrovarsi letteralmente con un pugno di moscerini in mano. Stiamo decidendo sul da farsi, anche in base all’abbassamento delle temperature che potrebbe ridurre drasticamente la presenza degli insetti».

Paola Bosaro

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