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COLOGNA

Chiesa delle Cappuccine in rovina: trave distrugge la statua di San Francesco

La chiesa di San Pietro: si aggravano le condizioni dell’antico tempio
La chiesa di San Pietro: si aggravano le condizioni dell’antico tempio
La chiesa di San Pietro: si aggravano le condizioni dell’antico tempio
La chiesa di San Pietro: si aggravano le condizioni dell’antico tempio

Crolla l'ennesima trave dal soffitto della chiesa di San Pietro, a Cologna, e spezza in due la statua di San Francesco. Le condizioni della seicentesca chiesa delle Cappuccine, lasciata alla mercé dei ladri prima, all'azione del tempo e dell'incuria poi, sta diventando sempre più drammatica. Ormai non passa mese senza che qualche nuovo crollo si porti via un pezzo della storia spirituale e artistica di questo prezioso oratorio, considerato fino a trent'anni fa uno dei più ricchi della provincia per la qualità e la quantità di opere d'arte e testimonianze religiose presenti.

 

L’allarme Adesso, anziché elencare il numero degli elementi di pregio del tempio dedicato al primo degli apostoli, prosegue il triste conteggio delle opere perdute. Cadono, una dopo l'altra, raffinate lastre di marmi policromi, colonnine della balaustra che divideva il presbiterio dall'assemblea dei fedeli, si disintegrano in mille pezzi banchi e confessionali e, da ultimo, stanno per sparire le statue che ornano i tre altari della chiesa. In occasione dell'apertura della mostra su «I percorsi della pazzia», allestita dall'associazione culturale «I luoghi dell'abbandono» di Dueville (Vicenza) nel chiostro attiguo al tempio di San Pietro, il nostro giornale aveva lanciato l'allarme per il possibile danneggiamento della statua di San Francesco, una delle due grandi sculture in pietra - probabilmente risalenti al Settecento - che ornano i lati dell'edicola dell'altar maggiore, realizzato nel 1693 e dedicato a Maria Assunta e ai Santi Pietro e Paolo. Una porzione del soffitto ligneo era già caduta su San Francesco, tranciandone di netto la mano destra. Nulla è stato fatto dopo il nostro appello e 15 giorni fa c'è stato il triste epilogo.

 

Il crollo Una grossa trave ha travolto la statua e l'ha scaraventata al suolo, spezzandola a metà. Ora, a rischiare, sono le raffinate decorazioni del timpano. Ma le disgrazie non finiscono qui. Cinque anni fa, dopo aver ricevuto numerose segnalazioni, l'Ulss e la casa di riposo, comproprietarie dell'immobile, finanziarono il rinnovo di una falda del tetto della chiesa. Furono proprio i buchi sulla copertura, infatti, ad accelerare il disfacimento dell'oratorio perché permisero all'acqua piovana e alla neve di entrare e di danneggiare irreparabilmente il soffitto a cassettoni. È proprio il soffitto ligneo, marcito da anni di precipitazioni, che sta collassando sulle opere d'arte della chiesa. Adesso si è aperto un nuovo squarcio, nella falda rivolta a sud. Il buco ha un'ampiezza di 3 metri per 2. L'Ipab ne è stato informato e sta inviando i tecnici a fare delle ricognizioni.

 

La proprietà Tuttavia, i membri dell'associazione che sta curando la mostra nell'ex ospedale psichiatrico segnalano il disinteresse della proprietà per questi beni storici. «Abbiamo sistemato la finestra superiore rotta a nostre spese, vista l'indifferenza della proprietà per la salvaguardia dell'immobile e abbiamo riscontrato un ulteriore peggioramento della situazione interna. Troviamo scandaloso che ci sia stato categoricamente impedito di poter sistemare e mettere in sicurezza le opere artistiche interne con impalcature di protezione», ha scritto Erika Vendramin de «I luoghi dell'abbandono» nella pagina Facebook di «Sei di Cologna se...». Il presidente della «Cardo» Mario Facchetti è perentorio: «Non permettiamo ai membri dell'associazione culturale di entrare nella chiesa perché i vigili del fuoco hanno dichiarato inagibile e pericolante il fabbricato». «Solo per mettere in sicurezza ciò che resta all'interno dell'oratorio servirebbe più di un milione di euro: noi non abbiamo una simile cifra. Ci vorrebbe una ditta specializzata che costruisca un'impalcatura a difesa degli altari, ma l'Ipab non può impiegare somme ingenti per un'opera di questo tipo». Riguardo al tetto, Facchetti assicura che prenderà contatti con l'Ulss per ripararlo.

Paola Bosaro

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