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Cerea e Sanguinetto

Le Women Venera sfidano i maschietti: «Grazie ragazze, una lezione di grinta»

di Fabio Scuderi
Avversari senza «le solite frasi che fanno male» e poi una festa insieme. Il presidente Gobbi: «Esempi che fanno bene allo sport»
Ragazze e ragazzi insieme dopo la sfida per una festa, nel segno dello sport
Ragazze e ragazzi insieme dopo la sfida per una festa, nel segno dello sport
Ragazze e ragazzi insieme dopo la sfida per una festa, nel segno dello sport
Ragazze e ragazzi insieme dopo la sfida per una festa, nel segno dello sport

Lo sport giovanile in tenera età è qualcosa che dovrebbe andare oltre il risultato. Lo hanno dimostrato nei giorni scorsi le formazioni della categoria Esordienti misti 2011 e 2012 delle società calcistiche Atletico Città di Cerea e Women Venera, avversari sul campo ma amici fuori dal rettangolo di gioco.

Vincere piace a tutti, ma non deve essere il fine ultimo quando quello che conta è il gioco e non la competizione, soprattutto se ci sono classifiche. Si tratta di una lezione che troppo spesso gli adulti, sia allenatori che genitori, dimenticano, lasciandosi trasportare dall’agonismo.

Il Women Venera è una società di calcio femminile fondata nel 2019 e presieduta da Michele Gobbi. Oggi può contare su 80 atlete tesserate, prima squadra inclusa. Durante l’ultima partita di campionato le giovani calciatrici della categoria esordienti hanno sfidato i ragazzi dell’Atletico Cerea.

Autografi

Al termine della sfida, mister e squadra del Piccolo Toro, come è conosciuto nella Bassa il Cerea, hanno organizzato un rinfresco per tutti i presenti e poi hanno consegnato alle ragazze del Venera Women una targa e un pallone autografato da tutti i calciatori con la scritta: «Ad ogni partita si può imparare qualcosa. Da voi abbiamo imparato grinta e determinazione, Grazie!».

«La maggior parte delle partite giocate dalle nostre ragazze», ha raccontato un genitore la cui figlia gioca nel Women Venera, «sono contro i maschi e vederle uscire in lacrime, non tanto per aver subito venti gol ma per essere state apostrofare con epiteti irripetibili da parte degli avversari o ancora peggio da genitori o dirigenti avversari fa male».

Stavolta non è andata così. «Con l’Atletico Cerea», spiega il presidente Gobbi, «e con il loro mister Alessandro Corso c’è un bel rapporto che va avanti da anni. Quanto hanno organizzato è stato apprezzato dalle nostre ragazze, sono questi gli esempi che fanno bene allo sport». 

Crescere

Mister Corso non è la prima volta che mostra una spiccata sensibilità verso tematiche che possono aiutare i suoi ragazzi a crescere anche come uomini. In passato ha portato la sua squadra a far visita agli anziani della casa di riposo «De Battisti» a Cerea e gli ospiti della Cooperativa sociale Anderlini.

Prima di essere un allenatore si ritiene un educatore. «Ho iniziato alla Bonarubiana, poi sono andato al Casaleone e da sei anni alleno nel settore giovanile del Cerea», rivela Corso. «Per me il risultato viene dopo, in queste categorie quello che conta è l’esempio, aiutare i giovani a diventare brave persone nella vita trasmettendogli valori fondamentali per la loro crescita. Se posso dedicarmi a questo è merito della mia famiglia, da mia moglie Monica ai figli Simone e Lisa, che accettano di buon grado questa mia passione».

L’esempio di Corso è apprezzato da Fabio Modenese, responsabile del settore giovanile dell’Atletico Cerea che può vantare ben 300 iscritti. «Questi sono i comportamenti che fanno la differenza. Troppi mister pensano solo al proprio orticello con il pallino che al mondo bisogna sempre vincere. Spesso e la maggior parte di loro dimenticano che, prima di essere un bravo mister, devono essere dei bravi educatori. Corso lo ha sempre dimostrato, anche in altre occasioni e per questo, assieme ai suoi ragazzi, merita un grande applauso», conclude Modenese.

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