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Le testimonianze

Omicidio Maltesi, l'ex compagno padre del bimbo: «Le avevo detto di venire a Verona, poi è sparita: da lei solo due bonifici»

Continua il processo a Davide Fontana. A deporre anche l'ex fidanzato, residente nella Bassa Veronese: «Per il compleanno del piccolo non ha telefonato. Credevo fosse all’estero per lavoro»

«Se i soccorsi fossero intervenuti tempestivamente ci sarebbero state ottime probabilità di evitare il decesso, anche se non sappiamo quale avrebbe potuto essere il quadro neurologico». Secondo i medici legali - Andrea Verzeletti ed Elisa - che ne hanno esaminato il corpo, Carol Maltesi poteva essere salvata se solo Davide Fontana avesse voluto.

Il 43enne bancario invece, come ha raccontato agli investigatori nel primo interrogatorio, l’11 gennaio del 2022, a Rescaldina (in provincia di Milano) dopo avere colpito più volte con un martello la 26enne vicina di casa le ha tagliato la gola, poi ha sezionato il corpo, ha cercato di bruciarne i resti, quindi li ha conservati in un congelatore a pozzetto per due mesi prima di disfarsene come spazzatura in una scarpata di Paline di Borno.

La vittima ancora viva quando le è stato inferto il taglio mortale

Nel corso della terza udienza del processo davanti alla corte d’assise di Busto Arsizio in cui Fontana deve rispondere di omicidio, distruzione e occultamento di cadavere, i due medici legali hanno ripercorso la loro autopsia. «C’erano 13 lesioni al cuoio capelluto, tre alla teca cranica, due superficiali e una più importante nella zona occipitale - hanno spiegato ieri alla corte - Il collo era completamente sezionato dal corpo e la presenza di sangue sta a significare che la vittima era ancora viva quando le è stato inferto il taglio alla gola che insieme ai colpi di martello ne ha provocato il decesso».

Le avevo detto di venire a Verona, ma Fontana era contrario

Sul banco dei testimoni è salito poi Salvatore Galdo, il fidanzato di Carol Maltesi e come lei protagonista di pellicole a luci rosse. «Ci siamo conosciuti a Praga dove abbiamo girato alcuni film - ha raccontato in aula - Le avevo detto di venire a stare da me a Verona così avrebbe potuto essere vicina anche al figlio. Fontana però era contrario. L’11 gennaio l’ho sentita per l’ultima volta, mi ha detto che doveva girare un ultimo video hard con Fontana. Non ero d’accordo. Poi non l’ho più sentita, l’ho cercata più volte, ma lei non c’era già più».

Due bonifici da 500 euro dal suo conto corrente

È stata poi la volta della testimonianza dell’ex compagno della 26enne, e padre del bambino della vittima. «La nostra relazione è terminata alla fine del 2019 - ha spiegato in aula l’uomo, residente nel Basso Veronese - Ci sentivamo per questioni legate a nostro figlio. Nell’autunno dello scorso anno le avevo proposto di venire in provincia di Verona. Mi sembrava che l’idea le piacesse. L’ho sentita l’ultima volta l’11 gennaio. L’ho chiamata, ma non mi ha risposto. Dopo un po’ mi ha contattato lei.

Nei giorni successivi mi sono arrivati, a breve distanza l’uno dall’altro due bonifici da 500 euro provenienti dal suo conto corrente. Qualche giorno dopo, a ridosso del compleanno di nostro figlio che è il 26 febbraio, mi è arrivato un messaggio dal suo telefono. C’era scritto che non sarebbe potuta passare. Il giorno del compleanno del bambino non ha nemmeno telefonato. Credevo fosse all’estero per lavoro».

L'ex moglie di Fontana: disse che aveva bisogno dei suoi spazi

Per ultima è stata sentita la ex moglie di Fontana. «Se ne è andato di casa a marzo del 2021 - ha raccontato - Mi ha detto che aveva bisogno dei suoi spazi. Quando è stato ritrovato il corpo di Carol e si parlava dei tatuaggi presenti ci siamo sentiti. A Borno ci siamo conosciuti da ragazzi, lì mia nonna aveva una casa. Gli ho detto, scherzando, che avevo paura ad andare a Borno. Lui mi ha risposto di stare attenta»

Il processo riprenderà lunedì prossimo. E quella sarà l’udienza in cui, dopo l’escussione dei testimoni delle parti civili, Davide Fontana racconterà alla corte la sua verità.

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Paolo Cittadini

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