Il rifugio del cane Leudica di Merlara in provincia di Padova che accoglie molti dei cani abbandonati sul territorio veronese è stato evacuato mercoledì sera.
L’allarme è scattato poco dopo le 17 quando al personale del canile è arrivata la comunicazione del Consorzio di bonifica che annunciava la chiusura delle idrovore che pompavano l'acqua piovana nel fiume Fratta che scorre a pochi metri dalla struttura che ospita 130 cani e circa 30 gatti.
Il canile sorge infatti in aperta campagna in un'area più bassa rispetto al corso d'acqua e quindi potenzialmente allagabile. In pochi minuti i volontari della Lega nazionale per la difesa del cane di Legnago e Basso Veronese si sono precipitati a Merlara, capitanati dalla presidente Mariella Zamperlin e hanno iniziato le non facili operazioni di sgombero degli animali sotto le direttive degli operatori e dei dirigenti della struttura. Si doveva trovare un alloggio temporaneo e sicuro per tutti gli animali in tempo brevissimi per timore che l'acqua potesse allagare i box dove i poveri animali erano custoditi condannandoli a una morte atroce. I responsabili della struttura hanno quindi contattato le pensioni per cani che si trovano in provincia di Verona, Padova, Rovigo e Vicenza per chiedere aiuto nell'ospitare soprattutto i cani più difficili da gestire.
Tam tam mediatico
Zamperlin invece ha iniziato un tam tam mediatico con i suoi volontari per trovare stalli casalinghi per i gatti, i cagnolini più piccoli, quelli malati e gli anziani per i quali sono necessarie attenzioni particolari. La risposta della gente è stata immediata e al rifugio si è formata una fila di auto e furgoni per portare via tutti gli animali fino a quando l'allarme alluvione non sarebbe rientrato.
I primi a essere portati in un luogo sicuro sono stati i mici, affidati alle tante gattare del veronese. È stato poi il turno di tutti i cani di piccola taglia che potevano essere tranquillamente ospitati in casa di volontari. Nella concitazione del momento si doveva tuttavia avere l’attenzione di affidare cani che fossero tra loro compatibili e quindi che al canile vivevano nello stesso box.
Solidarietà
Alcune persone quindi si sono ritrovate a doversi far carico anche di cinque piccoli insieme per non separarli dal gruppo in cui erano abituati. La difficoltà maggiore è stata il trasferimento dei cani di grossa taglia e magari anche mordaci. Per loro il canile ha trovato ospitalità in pensioni fidate, ma il passaggio dai box ai furgoni non è stato facile: le operazioni si sono protratte fino alle due e mezza di notte.
A quell’ora il rifugio è stato dichiarato evacuato nella speranza che la tanto temuta alluvione non si verificasse. Ieri mattina, a causa della chiusura delle idrovore che toglievano l’acqua piovana dai terreni circostanti per immetterla nel Fratta, il livello dei fossati attorno al rifugio si è notevolmente innalzato senza tuttavia lambire i box e gli uffici. Il timore è che le piogge previste nei prossimi giorni possano peggiorare la situazione e coinvolgere il canile.