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Sui lampioncini

Caro energia, a Bovolone si svita una lampada su due per risparmiare

L'ordinanza del sindaco Orfeo Pozzani per combattere il caro bollette che sta mettendo in difficoltà il comune della Bassa

Una lampadina su due dei lampioncini del centro storico di Bovolone verrà spenta nei prossimi giorni. Il risparmio energetico verrà ottenuto semplicemente svitando una delle due lampade, un’operazione che renderà più fioca l’illuminazione in piazza Vittorio Emanuele, piazza Costituzione e aree limitrofe in questo autunno ed inverno di sacrifici.

 

Bollette alle stelle

Il provvedimento è stato annunciato dal sindaco Orfeo Pozzani in Consiglio comunale: il primo cittadino ha escluso, al momento, altri interventi, ma al tempo stesso ha informato i consiglieri di aver chiesto un incontro con il presidente della Provincia e gli altri sindaci del territorio per stabilire una linea guida omogenea nella illuminazione pubblica.

L’ordinanza sull’abbassamento della luce uscirà lunedì. A fornire qualche dato sulla ricaduta in bilancio del «caro bollette», su richiesta di Costantino Turrini capogruppo (Fdi), è stato il consigliere Vincenzo Camarda: «In una recente variante abbiamo accantonato un fondo di riserva per pagare le utenze di 400 mila euro. Le bollette fino a luglio sono state pagate ma ci sono altri cinque mesi da affrontare prima della fine dell’anno. Le stime dicono che avremo un incremento di spesa, rispetto allo scorso anno, di 700-800 mila euro». 

 

A Bovolone luci a basso consumo

I 70 chilometri di strade di Bovolone sono illuminate da 3.148 punti luce che, a partire dal 2015, hanno subito un progressivo efficientamento energetico ottenuto montando luci a basso consumo e alimentatori elettronici con dei regolatori e sensori ambientali, secondo un progetto denominato «Smart City».

Si procedette, all’epoca, nel rispetto di un accordo per i Comuni virtuosi finalizzato a raggiungere un effettivo risparmio energetico e sui costi. Un vincolo che impegnava gli enti locali a combattere i cambiamenti climatici con azioni concrete, secondo il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES). 

 

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La questione dei lampioncini

Furono proprio i lampioncini del centro a richiedere il maggior impegno. Vennero considerati una «fonte di inquinamento luminoso» in quanto avevano una foggia che proiettava una parte del fascio di luce verso il cielo. Erano infatti sferici e gran parte della luce puntava verso l’alto.

Vennero sostituiti perciò con nuovi corpi illuminanti che usavano il principio della luce riflettente: la soluzione tecnica si orientò su proiettori al sodio alimentati da dispositivi elettronici Dibawatt (alimentatore Elettronico Dimerabile) della società Menowat Ge S.r.l., di Grottammare (AP) che garantivano una dispersione inferiore e un consumo ridotto, con un risparmio energetico stimato attorno al 35-40 per cento.

L’intervento ridusse anche la produzione di anidride carbonica. Infatti, la riduzione di potenza delle lampade permetteva di risparmiare 156 KWh/annui pari a circa 189,09 TEP/Anno (Tonnellate Equivalenti Petrolio) e quindi con un risparmio di CO2/anno pari a 586,47 tonnellate. 
 I lampioni delle aree più periferiche di Bovolone sono da qualche anno tutti telecontrollati (sistema «Ring to Light») da operatori, volendo anche con un semplice sms: una soluzione che potrebbe rivelarsi molto utile per modulare a piacere l’accensione di lampioni in vista dei risparmi. All’epoca la riqualificazione aveva fatto abbassare la bolletta annua, di poco superiore ai 500 mila euro, a 169.831 euro l’anno.

 

Aggiornamento 20 ottobre

L'ordinanza è entrata in vigore, ecco le immagini delle lampadine accese a metà.

Roberto Massagrande

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