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Arbitro veronese di wrestling

Jhonny incontra l'uomo tigre: «Era il mio sogno fin da bambino»

L’arbitro bovolonese Jhonny Puttini con il grande lottatore Tiger Mask a Tokyo
L’arbitro bovolonese Jhonny Puttini con il grande lottatore Tiger Mask a Tokyo
L’arbitro bovolonese Jhonny Puttini con il grande lottatore Tiger Mask a Tokyo
L’arbitro bovolonese Jhonny Puttini con il grande lottatore Tiger Mask a Tokyo

Da bambino collezionava figurine con i campioni di wrestling. Ora, che ha compiuto 31 anni e che è diventato un arbitro internazionale di questo sport spettacolo, colleziona selfie esclusivi con gli idoli che lo hanno fatto sognare da ragazzino. Il protagonista di questa storia è Jhonny Puttini, un bovolonese che è entrato nel mondo del wrestling professionistico e che sta facendo il giro del mondo passando da un ring all’altro.

Ingaggi in tutto il mondo «El Puto», dopo i tour in Inghilterra e negli Usa, è approdato in Australia e da ultimo in Giappone, dove ha avuto l’occasione di incontrare Tiger Mask, il mitico uomo tigre che è stato la prima gimmick del wrestling giapponese ispirata al personaggio protagonista dell’omonima serie di anime e manga. Un incontro avvolto fino all’ultimo nell’incertezza a causa della salute malferma dell’ex lottatore, oggi 66enne, che al secolo si chiama Sayama Satoru.

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Ci sono tanti modi di viaggiare, quello di Puttini è sicuramente tra i più originali. Lo ha fatto inseguendo la sua passione per il wrestling, scoppiata da bambino davanti agli schermi di Italia Uno, con in tasca le figurine dei campioni e le cassette Vhs dei combattimenti sugli scaffali di casa, quando Youtube era ancora di là da venire. Due anni fa, in America, aveva conosciuto la leggenda del wrestling «Kane», diventato sindaco di Knox County, e cantato «Nel blu dipinto di Blu» con il grande campione Hulk Hogan.

Incontro con Tiger Mask 

Puttini da marzo è in Australia, dove sale sul ring per arbitrare ogni fine settimana o quasi, da Sydney a Newcastle passando per Jervis Bay. Ora si è trasferito per alcune settimane in Giappone, dove a Tokio ha avuto modo di incontrare Tiger Mask: sotto la maschera c’era Satoru. L’uomo tigre era curioso a sua volta di conoscere il primo italiano arrivato fino nel Paese del Sol levante per arbitrare.

«Si è avverato un sogno, è stato il mio primo idolo sin da quando bambino, per questo incontrarlo è stato ancora più emozionante e gratificante. Sto conoscendo altri campioni, ma li vedo come colleghi e non più con gli occhi un fan. Con lui è stato diverso».

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Il libro autoprodotto, dove Puttini aveva raccontato la sua storia al ritorno dal tour negli Usa ha quindi già bisogno di nuovi capitoli. «Credo di essere il primo ad aver arbitrato in quattro continenti diversi», sostiene El Puto, «gli amici con i quali trascorrevo i pomeriggi a guardare i combattimenti in tv stentano a crederci e anche per me è un sogno diventato realtà. Trasferta in Giappone «Così come successo con gli ingaggi in Australia», racconta Puttini da Tokio, «ho spedito il mio curriculum a molte federazioni, ma è stato più difficile. I giapponesi vogliono che sul palco si parli la loro lingua, alla fine mi hanno accettato anche se impartisco gli ordini in inglese. A Kagoshima ho arbitrato Kyushu-Pro Wrestling della leggenda del wrestling Tajiri. E proprio ieri sera ho arbitrato per la New Japan Pro wrestling dove lottavano Inoki e l’uomo tigre».

Roberto Massagrande

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