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panda raid

Anna, rally «rosa» nel deserto del Marocco per dire «no alla violenza sulle donne»

Dusi, di Vallese, corona il suo sogno: partecipa al Panda Raid con equipaggio tutto femminile contro la violenza di genere e per i bambini
Dusi corona il suo sogno: partecipa al Panda Raid con equipaggio tutto femminile contro la violenza di genere e per i bambini (Diennefoto)
Dusi corona il suo sogno: partecipa al Panda Raid con equipaggio tutto femminile contro la violenza di genere e per i bambini (Diennefoto)
Dusi corona il suo sogno: partecipa al Panda Raid con equipaggio tutto femminile contro la violenza di genere e per i bambini (Diennefoto)
Dusi corona il suo sogno: partecipa al Panda Raid con equipaggio tutto femminile contro la violenza di genere e per i bambini (Diennefoto)

Anna Dusi di Vallese, 48 anni, sta per coronare il suo sogno. Partecipare con un equipaggio tutto femminile al Panda Raid in Marocco, uno sforzo motoristico e fisico per dire «no alla violenza sulle donne» e per il riscatto dei bambini poveri del Maghreb.

Anna partirà da Verona domani, 28 febbraio, con una decina di equipaggi per il suo «Panda Raid» in Marocco che si terrà dal primo all’8 marzo. L’equipaggio è composto solo da donne: la vallesana Anna Dusi e l’amica brianzola Giovanna Scotti: il loro sarà l’unico team italiano tutto rosa.

Amasciatrici contro la violenza

Anna e Giovanna guideranno una Fiat Panda Sisley del 1991 al rally, attrezzata per affrontare il deserto, le escursioni termiche, le alture (che superaranno i 2.000 mila metri), le temperature torride del deserto, il tutto per contrastare la violenza di genere in un territorio nel quale le differenze tra donne e uomini sono ancora molto marcate e dove alle donne viene spesso impedito di studiare.

Le due donne saranno infatti ambasciatrici del movimento internazionale «Stop women violence». Il 21 febbraio, davanti al municipio, cittadini, volontari dell’associazione Avo, dipendenti del comune, studenti delle medie coi loro insegnanti ed amministratori hanno salutato e augurato fortuna a Dusi e all’equipaggio oppeanese che, con altri nove equipaggi del veronese, parteciperà al Panda Raid.

Un messaggio lungo migliaia di chilometri

«Partiremo da Verona ed attraverseremo Francia e Spagna fino al porto di Almeria in Spagna il 29 febbraio», dice Dusi, «per circa 2.500 chilometri: qui faremo le verifiche e prenderemo il traghetto per il Marocco. Faremo poi tappa, dormendo la prima notte nel deserto, in una tendina canadese. Quindi affronteremo la prima delle sei tappe, per un totale di 3.000 chilometri nel sud del Marocco», dice Dusi, 24 anni da pilota e navigatrice di rally, «incontreremo bambini e ragazzi nelle scuole ai quali doneremo materiali didattici e palloni per giocare. In ognuna delle sei gare copriremo circa 300 - 400 chilometri al giorno». Terminata la corsa delle Fiat Panda, gli equipaggi italiani raggiungeranno Tangeri, a 500 chilometri dall’arrivo. Qui le auto si imbarcheranno su una nave per tornare in Italia, al porto di Genova.

«In ogni Panda c’è una tenda per due, l’officina mobile, le scorte, anche di carburtante. Avremo un Gps che segnalerà sempre la nostra posizione: il nostro equipaggio è il numero 54».

In ogni momento l’organizzazione fornirà supporto tecnico e sanitario, con elisoccorso pronto a scendere in caso di incidente. Sono attesi allo start 350 equipaggi con le Fiat Panda 4X4, da tutto il mondo. «La gara è riservata a queste auto perchè sono risultate le vetture più adatte per il fuori strada», svela Sabrina Tumolo, anche lei al raid e tra le fondatrici del Lady Rally Verona.

Tappe «solidali» sul sito del Comune

L’iscrizione alla gara si aggira sui 2.500 euro, «ma il costo maggiore è quello per attrezzare ed adeguare l’auto: intorno ai 10 mila euro», ammettono Dusi e Tumolo. «Alla mia Panda, che mi è stata regalata per il mio sogno, conclude Dusi, «mio marito, Daniele Fiocco, ha lavorato per ben otto mesi per prepararla a dovere».

I ragazzi delle medie, con un pallocino rosso come simbolo della violenza di genere, sono stati ammirati dalla vista dell’auto e anche di potervi salire: hanno chiesto all’equipaggio femminile di poterle incontrare al rientro. «Il messagio che queste pilote e navigatrici portano in Marocco è molto importante: stop alla violenza sulle donne», ha detto il sindaco Pierluigi Giaretta, «non sarà una vacanza per loro, ma una avventura faticosa che seguiremo postando le foto tappa per tappa sul sito del Comune».

Zeno Martini

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