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IL CONVEGNO DELLE POLEMICHE

A Cerea evento contro il «pensiero unico» patrocinato dalla Regione, la polemica: «sono gli ospiti a senso unico»

Tra politica, etica, storia e diritti civili: quando scoppia il caso. E la politica si divide. A Torino, al Salone internazionale del libro, il ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Maria Eugenia Roccella, di Fratelli d’Italia, è stata contestata da movimenti femministi e ambientalisti per alcune dichiarazioni favorevoli all’obiezione di coscienza all’aborto.

 

«Alter festival»

Ma le polemiche scoppiano anche nel Veronese, in vista di una manifestazione che già provoca un braccio di ferro tra centrodestra e centrosinistra. A Cerea, da venerdì a domenica, a Palazzo Bresciani, è in programma «Alterfestival, antidoti contro il pensiero unico».

 

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Una tre giorni di libri e convegni con giornalisti, storici, politici. A organizzarla è Identità Europea, con il Comune di Cerea e Area Exp e con il patrocinio della Regione. Tra gli appuntamenti quello di sabato su «Continua la dittatura dell’emergenza? Uno sguardo critico», con Andrea Zhok, Giovanni Frajese, Thomas Fazi. Ai saluti, oltre al sindaco di Cerea Marco Franzoni, leghista, a Gilberto Moretti, di Identità Europea, il deputato e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Ciro Maschio e quello della Lega Paolo Borchia, eurodeputato. Nella locandina è scritto il nome del veronese Lorenzo Fontana, presidente della Camera e vicesegretario della Lega, che però non andrà in quanto sarà a Roma, alla Camera, sabato, all’incontro con il presidente della Repubblica di Albania.

 

La polemica

Ma che cosa fa scoppiare il caso su Alterfestival, alla terza edizione, a Cerea? Da un lato i consiglieri di opposizione di Cerea - altro articolo - contestano che l’Amministrazione spenda soldi per un evento del genere. Il caso però arriva anche a Venezia. La consigliera regionale del Pd Anna Maria Bigon, veronese, sta predisponendo una interrogazione alla giunta sul patrocino concesso dalla Regione ad Alterfestival di Cerea, «una manifestazione smaccatamente partitica e propagandistica».

E aggiunge: «Basti vedere il parterre degli ospiti politici, tutto a senso unico Fratelli d’Italia e Lega, per non parlare poi dei temi oggetto di dibattito che hanno una chiara matrice di stampo sovranista, spaziando dagli scettici del vaccino contro il Covid a coloro che si ammantano di pacifismo per chiedere la chiusura del conflitto russo-ucraino senza rispetto per il diritto dei popoli. Quindi», prosegue, «mi domando e chiedo se il presidente della Regione Zaia sia d’accordo nel far pagare ai cittadini queste spese, che potrebbero essere investite nel sociale, e se in quanto difensore dell’utilità dei vaccini non abbia nulla da dire ai suoi colleghi di partito che evidentemente sono molto meno convinti».

Alla Bigon - interpellato da L’Arena - replica Maschio, di FdI. «Non so se Bigon voglia trasferire a Cerea il clima di censura che si è visto al Salone del libro di Torino, dove delle estremiste hanno impedito di parlare perfino a un ministro. Ma mi pare si cerchi di montare una polemica sul nulla», spiega. «Trovo normale che si possano sostenere eventi culturali anche ospitando voci plurali e difformi rispetto al mainstream». Prosegue Maschio: «In ogni caso da che pulpito arriva la predica. È noto che la sinistra occupa stabilmente da decenni la cultura finanziando un’infinità di strutture e progetti solo organici alla sinistra e impedendo ad altri liberi pensatori di entrare nei circuiti che contano. Non ho mai sentito la Bigon indignarsi su questo. Infine le posizioni del Governo sulla guerra e della Regione sui vaccini sono note, e io le condivido e nulla di tutto questo è minimamente messo in discussione».

Anche dal leghista Borchia una replica sul caso: «Non capisco l’obiezione. Cito due relatori a Cerea come Fazi, dell’area della sinistra, e Zhok, ancora più a sinistra. Quindi le voci e le sensibilità, sui temi discussi, saranno molteplici. Mi sembra, quindi, una polemica pretestuosa». Lo conferma il sindaco Franzoni: «Ci sono relatori sia di centrodestra sia di centrosinistra. Ma la provocazione non fa altro che avvalorare l’assunto da cui è nata la manifestazione: serve un antidoto contro il pensiero unico, rappresentato bene dalle parole di Bigon».

Enrico Giardini

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