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Albaredo d'Adige

Tecnico 57enne muore in Zimbabwe per un infarto: «Antonio si faceva voler bene da tutti»

di Paola Bosaro
Antonio Pozzer, stimato tecnico montatore 57enne, che lavorava da una decina d’anni per la «Laser srl», azienda di Santa Maria di Zevio , è morto dopo aver accusato un malore in una fabbrica ad Harare, Zimbabwe
Antonio Pozzer, il tecnico albaretano è morto in Africa
Antonio Pozzer, il tecnico albaretano è morto in Africa
Antonio Pozzer, il tecnico albaretano è morto in Africa
Antonio Pozzer, il tecnico albaretano è morto in Africa

Muore stroncato da un attacco di cuore mentre si trova in trasferta in Africa per lavoro. Sconcerto e commozione ad Albaredo d'Adige (Vr) per la drammatica notizia della morte di Antonio Pozzer, stimato tecnico montatore 57enne, che lavorava da una decina d’anni per la «Laser srl», azienda di Santa Maria di Zevio specializzata nella realizzazione di linee automatiche per la produzione di biscotti e di prodotti panificati.

Il dramma 

Sono rientrate in questi giorni dallo Zimbabwe Lucia ed Elisabetta Pozzer, rispettivamente moglie e figlia ventenne dell'operaio specializzato albaretano, deceduto lo scorso 17 aprile ad Harare, la capitale dello Stato del sud dell'Africa. Sono scese a Zimbabwe assieme alla cognata, non appena l'Ambasciata d'Italia è riuscita ad organizzare il viaggio per raggiungere Harare con uno scalo intermedio a Dubai.

Hanno visitato l'azienda dove l'operaio 57enne stava montando i macchinari per conto dell'impresa di Zevio e hanno potuto vedere la salma, composta alle celle mortuarie dell’ospedale locale. Purtroppo, per poter riavere in Italia il corpo del familiare e celebrare il suo funerale, i parenti dovranno attendere ancora una settimana. Le pratiche per il trasporto, infatti, sono piuttosto lunghe e complesse, ma sia la ditta per cui lavorava che il cliente africano, così come l'Ambasciata, si stanno muovendo per adempiere tutte le incombenze necessarie. 

Il titolare della ditta

Claudio Pevarello, titolare della «Laser srl», è ancora scosso per il dramma costato la vita al suo dipendente. «Nelle ultime settimane Pozzer era l'unico nostro tecnico presente ad Harare, gli altri erano già rientrati in Italia», racconta l’imprenditore. «Da quello che ci hanno riferito, Antonio si è sentito male al mattino, subito dopo essere arrivato in fabbrica ed aver indossato la tuta da lavoro. Nonostante abbiano chiamato i soccorsi, non c'è stato purtroppo nulla da fare. Siamo addolorati per quello che è successo, anche perché i trasfertisti della nostra azienda sono una quindicina, li conosciamo molto bene. Pozzer era esperto, competente e apprezzato dai clienti».

Il ricordo della moglie 

La moglie del tecnico ripercorre con commozione le ultime settimane. «Mio marito era nello Zimbabwe dallo scorso 18 marzo. Era partito senza lamentare particolari problemi: si sentiva bene, in forze», riferisce la donna. «Ho saputo della sua morte il giorno stesso della disgrazia, dal suo titolare e da un collega», rivela Lucia.

«Quando si sono presentati al cancello di casa ho intuito che fosse accaduto qualcosa di brutto. Anche se ormai eravamo abituati al fatto che lavorasse in giro per il mondo, la preoccupazione non mancava mai, tanto che io tenevo sempre a portata di mano il passaporto, sperando di non doverlo mai usare. Questa volta, purtroppo, è accaduto ciò che non ci saremmo mai aspettati. È un colpo durissimo per la nostra famiglia», si rattrista la vedova del trasfertista. Mentre attendono notizie sul rimpatrio della salma, i familiari lo vogliono ricordare «per il suo sorriso e per la capacità di farsi voler bene ovunque andasse».

 

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