<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
SERATA DI RICORDI A SONA

West Star, il bunker
che doveva
salvare la Ftase

Una delle tante slide proiettate: mostra l’area della ex base Nato  FOTOSERVIZIO DI LUIGI PECORAGerardino De Meo parla al folto pubblico, in prima fila i sindaci Bonometti e Mazzi
Una delle tante slide proiettate: mostra l’area della ex base Nato FOTOSERVIZIO DI LUIGI PECORAGerardino De Meo parla al folto pubblico, in prima fila i sindaci Bonometti e Mazzi
Il bunker di West Star (Pecora)

Di West Star, il bunker antiatomico costruito ad Affi nel cuore del Monte Moscal, si è parlato nella serata organizzata alla baita degli alpini di Lugagnano. L’ultimo comandante Nato della base, il generale Gerardino De Meo, ha spiegato come vi si viveva. La curiosità era tanta: sala piena e persone che, grazie alle finestre aperte, seguivano da fuori.

Il bunker antiatomico di Affi è stato costruito nel periodo della Guerra Fredda, dopo la crisi di Cuba, che aveva portato il mondo sull’orlo di una guerra nucleare. È entrato in funzione nel 1966 per costituire, in caso di attacco del Patto di Varsavia, un riparo per il comando Ftase (Comando delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa), che avrebbe diretto da lì le operazioni dello scacchiere nordorientale italiano per conto della Nato. È stato progettato per resistere ad bombe atomiche più potenti di quelle sganciate su Hiroshima e Nagasaki: una volta rilevato il pericolo, i sensori ottici e acustici avrebbero chiuso ermeticamente la struttura. Grazie a impianti molto sofisticati, i militari avrebbero potuto sopravvivere fino a qualche mese, salvandosi dalla contaminazione radioattiva.

Il bunker poteva contenere almeno 400 persone. 

F.V.

Suggerimenti