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Elezioni amministrative 2023

In primavera sette comuni veronesi al voto. Tre a rischio ballottaggio

In una data compresa fra il 15 aprile e il 15 giugno verranno scelti i nuovi sindaci
Sindaci con la fascia tricolore
Sindaci con la fascia tricolore
Sindaci con la fascia tricolore
Sindaci con la fascia tricolore

Siamo alle taverne, agli incontri sotterranei fra cerchie ristrette, ai preamboli sussurrati prima di mettere le carte sul tavolo. Ci si misura, si guarda avversario e alleati, si prende tempo, si lavora nel sottobosco. Tutto normale. È il momento che anticipa la campagna elettorale per le elezioni amministrative. In primavera, in una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno, sette Comuni veronesi andranno al voto per un bacino di oltre 90.000 abitanti, per circa 72.000 aventi diritto al voto.

 

Ecco i sette comuni al voto

Sono pochi i paesi, ma non di poco peso. Sceglieranno il sindaco, infatti, il centro più grande della provincia, dopo Verona, che è Villafranca. E il paese più piccolo, Ferrara di Monte Baldo che con i suoi poco più di 200 abitanti, non ha risparmiato colpi di scena quando, nella primavera scorsa, la sindaca Serena Cubico si è dimessa e il paese è stato commissariato. 

Al voto andranno anche Bussolengo e Sona, che, come Villafranca, avendo più di 15.000 abitanti prevedono anche un eventuale ballottaggio, e poi Castel d’Azzano, Lazise e San Mauro di Saline
La data non è ancora stata fissata. Si è ipotizzato un metà maggio, ma ricadrebbe nei giorni dell’adunata nazionale degli Alpini a Udine e sono 771 i Comuni al voto in Italia, tra cui, in Veneto, due capoluoghi di provincia: Vicenza e Treviso. 
Di certo c’è che si voterà di domenica e il lunedì fino alle 15.

 

Chi non si ricandida

Altra certezza è che i sindaci uscenti di Sona, Gianluigi Mazzi, e Castel d’Azzano, Antonello Panuccio, avendo concluso il secondo mandato non possono ricandidarsi. Può farlo, invece, Roberto Dall’Oca, di Villafranca, che ha già lanciato la sua disponibilità alle segreterie di partito di centrodestra, che tuttavia non hanno ancora accolto la proposta. E qui terminano le certezze perché in queste settimane si alterneranno mezzi annunci e colpi di scena, proprio in seno al centrodestra il cui mantra di andare «unito» sta perdendo tono. 

 

 


Il blocco sarà davvero compatto o Fratelli d’Italia, galvanizzato dalla vittoria del Governo Meloni, presenterà un conto più sostanzioso? 
«Ora siamo ampiamente il primo partito a Verona con un peso elettorale consistente che vuole essere decisivo nelle scelte», non nasconde il coordinatore provinciale e deputato Ciro Maschio. «L’essere anche il primo partito di Governo è un valore aggiunto che, attraverso la filiera, possiamo portare sul territorio. Tuttavia i lavori sono in corso per dare a tutti i Comuni una buona amministrazione con buon senso e dialogo tra le segreterie». 
Finora FdI ha tenuto incontri nei singoli Comuni e a livello provinciale: «Dove si può», conclude Maschio, «puntiamo ad andare con il centrodestra unito, ma occorre tenere conto anche delle realtà in cui le civiche sono molto caratterizzanti, soprattutto nei piccoli paesi». 

 

Fra civiche e partiti

Ma non solo. Naviga nel civismo ammiccante al centrodestra - che potrebbe esprimere più di un candidato - anche Bussolengo dove l’uscente Roberto Brizzi, vicino a Verona Domani, non ha ancora confermato un’eventuale ricandidatura. Torna anche il nome dell’ex sindaco Paola Boscaini. Ma non se ne esclude un terzo. 
Quanto al «centrodestra unito» non è ancora tale neppure nella roccaforte di Villafranca dove l’intera alleanza, quando raduna tutte le forze, sfonda la soglia del 70 per cento. Dall’Oca, civico, è appoggiato in consiglio da due blocchi forti di Lega e FdI. Ma da quest’ultimo potrebbero arrivare dei colpi di scena: mesi fa si ipotizzava un ritorno di Mario Faccioli, ma potrebbe uscire anche un secondo nome. Di certo il partito, forte del successo delle politiche, potrebbe alzare la posta. 
E la Lega? «Lavori in corso», commenta il segretario provinciale Paolo Borchia. «Valutiamo situazione per situazione, criticità per criticità. Ottimale sarebbe il centrodestra unito, ma valuteremo Comune per Comune». Lo conferma anche il deputato di Forza Italia, Flavio Tosi: «L’idea è di andare uniti, salvo dove non sia possibile. Va trovato un candidato forte, i partiti contano, ma nei Comuni sono soprattutto i candidati e spesso le liste civiche a incidere». 
Procede caso per caso anche il Partito Democratico che lascia l’autonomia a ogni circolo di scegliere il candidato o di decidere se andare con il logo o aggregando i suoi in una civica o cercando accordi con altre forze politiche. Quasi scomparsi, perlomeno nei centri maggiori, i Cinque stelle.

Maria Vittoria Adami

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