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Ambiente

Una giovane lupa è stata salvata in un canale ad Alpo: ora è libera in Lessinia

Un lupo salvato e messo in una gabbia prima di essere liberato
Un lupo salvato e messo in una gabbia prima di essere liberato
Un lupo salvato e messo in una gabbia prima di essere liberato
Un lupo salvato e messo in una gabbia prima di essere liberato

Una giovanissima lupa salvata e catturata ad Alpo. Poi rimessa in libertà in Lessinia. Chi aveva dei dubbi in merito alla presenza dei lupi nella pianura posta a Sud di Verona può definitivamente accantonare ogni perplessità. Questa settimana, infatti, è stato trovato un esemplare femmina di canis lupus nel territorio del Comune di Villafranca, vicino al confine con la città. L’animale è poi stato sottoposto a controlli e liberato in quota, non prima che gli venisse messo al collo un apparecchio, grazie al quale ora ne verranno controllati gli spostamenti.

Il ritrovamento della lupa è avvenuto lunedì all’Alpo. Qui una squadra di vigili del fuoco è stata chiamata ad effettuare un intervento di salvataggio particolare. Un animale era finito in un canale d’irrigazione che era così profondo e che aveva le rive così ripide che la bestia non riusciva più ad uscirne. Per prendere la lupa non è stato facile. Una volta recuperata, è stata portata dai vigili del fuoco nel canile municipale di Verona, dove è stata accolta temporaneamente, in attesa dell’arrivo degli agenti della polizia provinciale e degli esperti del servizio faunistico regionale. Compiute le verifiche del caso, il verdetto è stato chiaro ed inequivocabile. L’animale che era ospitato fra i cani randagi ed abbandonati in realtà era una lupa dell’età stimata di un anno e, quindi, piuttosto giovane, visto, che mediamente la vita media di questi esemplari in natura è di dieci anni. Secondo quanto viene riferito, era piuttosto magra, anche se in buone condizioni di salute.

Il lupo è un animale tutelato a livello sia nazionale che comunitario. D’altro canto, da quando, poco più di dieci anni fa, è ritornato ad essere presente in maniera stabile in Lessinia e ha iniziato a costituire, soprattutto secondo allevatori e pastori, un problema. Ovviamente perché si ciba di animali allevati dall’uomo. Considerato che i sistemi tradizionali di prevenzione delle predazioni, come i recinti elettrificati, spesso risultano insufficienti, lo scorso anno la Regione ha avviato un nuovo programma di controllo. È basato sulla «gestione proattiva della specie». In sostanza, si basa su una conoscenza dettagliata degli spostamenti e delle abitudini degli animali, per mezzo dell’uso di mezzi elettronici. Come era già avvenuto per alcuni esemplari in altre aree del Veneto, alla lupa dell’Alpo è stato messo un radiocollare. Tutto questo prima di portarla in montagna

Impossibile stabilire se si trattasse di un animale in dispersione, che non appartiene ad un branco ed è sceso di quota in cerca di cibo, o se invece la sua permanenza all’Alpo era legata ad una presenza stanziale in zona. Quello che è certo è che nell’area posta a cavallo fra i Comuni di Villafranca, Castel d’Azzano, Buttapietra e Verona i lupi non costituiscono più una novità. Sia perché ne sono stati immortalati esemplari con sistemi di videosorveglianza di aziende agricole, pochi giorni fa questo è ad esempio avvenuto a Cadidavid, e sia perché ci sono state varie predazioni. A questi elementi che provano la presenza dei lupi, vanno aggiunti i numerosi avvistamenti di persone che transitavano in zone periferiche del paese o sulle stradine di campagna. Nella zona pianeggiante, negli ultimi due anni sono state azzannate più di trenta pecore ed un paio di asine. Si tratta di numeri ben diversi rispetto a quelli registrati in Lessinia dove il bilancio per gli allevatori è molto più pesante. soltanto lo scorso anno, ci sono stati 108 episodi di predazioni di capi di bestiame, a causa dei quali sono morti 213 animali. Da un elenco stilato su segnalazioni degli allevatori, i lupi hanno attaccato per la metà bovini e per il resto principalmente pecore.

Luca Fiorin

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