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Erbè

Una folla per l'addio a Matteo Ongarato. La bara scortata dalle moto

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Funerale di Matteo Ongarato (Diennefoto)
Funerale di Matteo Ongarato (Diennefoto)
Funerale di Matteo Ongarato (video Dienne)

Ieri il paese di Erbè si è fermato per dire addio a Matteo Ongarato. Un saluto commosso e carico di dolore che si è celebrato al Parco due Tioni in una giornata di inusuale calura estiva. Erano tante le persone che nel pomeriggio hanno voluto salutare per l’ultima volta il giovane motociclista che sabato scorso in sella alla sua moto Yamaha YZF-R1 ha perso la vita a Pazzon di Caprino, sulla statale 8 del Baldo dove si è scontrato con due auto. Un impatto che gli è stato purtroppo fatale.

Già una mezz’ora prima dell’inizio della cerimonia affluiva diversa gente di tutte le età e all’ingresso dell’area verde erano già parcheggiate, una in fila all’altra, le prime moto di grossa cilindrata degli amici di Matteo. Nell’ampio parco, ai lati dell’altare, le tantissime sedie e panche distanziate erano quasi tutte occupate. Accanto all’altare, due grandi cartelloni pieni di bellissime foto di Matteo sorridente insieme ai tanti amici in ricordo di momenti felici. «Ciao Matteo, ti ricorderemo sempre così». Sono le semplici parole scritte, a caratteri cubitali, dai suoi amici, ancora increduli di fronte a questa grande tragedia.

Tante le persone, soprattutto i giovani, che per rendere omaggio al trentenne hanno preferito restare a distanza, in piedi sotto alle grandi piante che incorniciano il perimetro del parco. In silenzio. Un silenzio pesantissimo e carico di tensione, spezzato dai rintocchi delle campane della chiesa che alle 16 annunciavano l’arrivo del feretro, giunto dall’ospedale di Caprino scortato dal rombo di oltre una quindicina di moto. Sulla bara un tappeto di girasoli. In prima fila si abbracciano mamma Roberta e papà Renato, il fratello Enrico. Ci sono poi altri familiari e gli amici più vicini. Il funerale è stato celebrato da Padre Sergio Pachera, dell'Ordine dei Servi di Maria che ha esordito sottolineando che «la fede ci sostiene e ci dà la forza per affrontare questi momenti dolorosi che ci fanno capire quanto sia fragile la nostra vita». Cercando poi di confortare le moltissime persone presenti ha ricordato che «alle ferite dolorose della vita occorre sempre opporre un frammento di speranza».

Quello che il sacerdote ha cercato di donare ai genitori di Matteo con un pensiero affettuoso che potesse rincuorarli. «Non dovete mai sentirvi soli perché la comunità erbetana vi è vicina con la preghiera e l’affetto», ha affermato padre Sergio. «Continuate a custodire l’amore per la vita, ve lo chiede Matteo, il suo ricordo vi spinga ad amare di più». Infine le toccanti parole degli amici di famiglia. «Quando ci incontravamo con i tuoi genitori si parlava dei figli, si palava di te, ora il nostro compito è di stare vicino alla tua mamma Roberta e al tuo papà Renato». Poche parole, tanta commozione e infine un grande applauso.

Lidia Morellato

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