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Un carnevale orfano della Rivista

Un momento di «Bibbidi Bobbidi Bu», l’ultima Rivista messa in scena dalla compagnia Aurora
Un momento di «Bibbidi Bobbidi Bu», l’ultima Rivista messa in scena dalla compagnia Aurora
Un momento di «Bibbidi Bobbidi Bu», l’ultima Rivista messa in scena dalla compagnia Aurora
Un momento di «Bibbidi Bobbidi Bu», l’ultima Rivista messa in scena dalla compagnia Aurora

Niente Rivista per quest’anno. Solo 12 mesi fa la storica kermesse villafranchese segnava inconsapevolmente la vita tra prima e dopo il covid. Era domenica 25 febbraio e quella sera era andata in scena la sesta puntata dello spettacolo della compagnia Aurora, «Bibbidi Bobbidi Bu». Il giorno dopo, lunedì, le restrizioni cominciavano ad entrare nelle nostre vite. E, tra le tante, c’era anche la chiusura dei teatri. Tra cui la sala Alida Ferrarini, casa da qualche tempo proprio dell’Aurora. Il virus iniziava a circolare anche in Italia, ma era solo l’inizio. Quest’anno, sempre a causa della pandemia, sul palco non salirà nessuno. Non ci sarà un prima. Anzi, non si aprirà proprio il sipario. Gli attori dell’Aurora, però, hanno trovato un modo per stare vicini al loro pubblico. E quindi se il teatro sarà chiuso, l’unico modo per trovare un contatto a distanza è lo schermo di computer e televisioni. Sono stati preparati un migliaio di dvd dello spettacolo del 2020: un modo, spiegano dalla Fondazione, per non tagliare quel filo che unisce la compagnia alla comunità villafranchese. Parte di questi dvd verranno donati al personale sanitario del Magalini. A medici e infermieri, quindi, verrà regalato lo spettacolo in formato digitale: «Un omaggio a chi non ha mai smesso di lavorare per noi», spiega Monica Piazzi, figlia dello storico regista Gianni, che l’anno scorso ha debuttato alla guida della commedia. La 64esima edizione della Rivista dovrà dunque attendere. «Era impossibile mettere in scena uno spettacolo», continua Piazzi. Anche perché, oltre ai disagi che avrebbero incontrato gli attori durante le prove, le porte della Ferrarini sarebbero rimaste chiuse. Poi, parlando ancora del dvd, la figlia d’arte sottolinea: «Abbiamo deciso di regalarli per ricordare che anche quest’anno ci siamo. E che non vediamo l’ora di tornare sul palco». Oltre ai medici e agli infermieri del Magalini, un’altra parte dello stock preparato dalla Fondazione guidata da Gian Melchiori verrà distribuita in piazza Papa Giovanni XXIII sabato e domenica prossima dalle 10 alle 13 e poi dalle 15 alle 18. Verrà allestito un gazebo e i dvd saranno consegnati gratuitamente fino ad esaurimento scorte. Il regalo è dedicato in particolar modo a chi aveva acquistato i biglietti per una delle ultime due sere (tutti i tagliandi sono stati rimborsati) ma non ha potuto assistere alla commedia. Dopo oltre 60 anni il 2 gennaio, per tradizione data d’inizio del nuovo spettacolo, la compagnia non si è riunita. «È stato strano non rivedersi quel giorno», confessa Gianni Piazzi, anima dell’Aurora. «Con questo dvd vorremmo far capire ai nostri affezionati spettatori che ci siamo, anche se in modo diverso», continua. «Abbiamo pensato alla donazione al Magalini per ringraziare il personale per tutto quello che ha fatto e continua a fare, per noi. Perché spesso questo si dà per scontato». Ma c’è un risvolto che la pandemia e il lockdown lasceranno come una cicatrice: «Dopo tutto questo», continua Gianni Piazzi, «bisogna vedere se il pubblico avrà ancora voglia di ridere come prima. Magari servirà un linguaggio nuovo». Il regista che ha diretto la Rivista per decenni conclude: «Dobbiamo capire se anche noi avremo la stessa sfrontatezza. Inconsciamente questa pandemia ci ha colpiti tutti». «La compagnia dà un valore aggiunto al nostro territorio», commenta il sindaco Roberto Dall’Oca. «Un evento così importante a Villafranca non muore, ma sopravvive anche in questo modo. Aspettiamo che tornino a prenderci ancora in giro», aggiunge il primo cittadino. È la terza volta nella storia che il sipario della Rivista non si apre. Per trovare la prima bisogna tornare agli anni Settanta. Poi, la vicenda dell’impraticabilità del teatro Verdi, nel 2007, aveva fatto saltare lo spettacolo, fino ad arrivare allo stop di quest’anno. Lo scorso anno, per le otto serate, erano stati staccati in prevendita circa 3.500 biglietti. •

Nicolò Vincenzi

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