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Tanti abitanti in poco spazio Il record di Castel d’Azzano

Palazzine a Castel d’Azzano in una via residenziale FOTO PECORA
Palazzine a Castel d’Azzano in una via residenziale FOTO PECORA
Palazzine a Castel d’Azzano in una via residenziale FOTO PECORA
Palazzine a Castel d’Azzano in una via residenziale FOTO PECORA

Quasi dodicimila cittadini su una superficie di appena 9,7 chilometri quadrati. Sono i numeri di Castel d’Azzano, comune recentemente insignito del titolo di città dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Per gli amanti delle statistiche e delle classifiche, si tratta del quarto comune più piccolo della provincia per estensione (dopo Concamarise, Boschi Sant’Anna e Pastrengo) e del diciottesimo per numero di abitanti. Ma è rapportando questi due dati - estensione e abitanti - che si evidenzia l’aspetto più sorprendente e spesso sottovalutato del paese: la densità della popolazione. A Castel d’Azzano si registrano attualmente oltre 1.200 abitanti per chilometro quadrato. Fatta eccezione per Verona (circa 1.300 abitante/chilometro quadrato) e San Giovanni Lupatoto (1.300 ab./chilometro quadrato), nessun altro comune della provincia può vantare una concentrazione così alta di residenti. Basti pensare che quelli che stanno immediatamente dietro in questa speciale classifica, ossia Pescantina e Bussolengo, non raggiungono i 900 abitanti per chilometro. Una città di fatto, dunque. E non solamente su documenti e carte bollate, ma anche - e soprattutto - dal punto di vista demografico. Vicinanza al capoluogo, all’imbocco dell’autostrada A4, all’aeroporto, hanno reso il territorio particolarmente appetibile soprattutto negli ultimi decenni. Perché se è vero che Castel d’Azzano è andato sviluppandosi progressivamente nel corso del tempo, almeno dall’unità d’Italia, il boom urbanistico vero e proprio si è registrato negli anni Settanta, quando nell’arco di una decade i residenti sono quasi raddoppiati, attraendo nuove famiglie sia dai caotici quartieri cittadini che dai territori più periferici della Bassa veronese. Il collegamento diretto delle due maggiori frazioni, Azzano e Beccacivetta, lungo via Marconi e la conseguente edificazione di un’ampia fascia di villette e condomini a ridosso di essa, hanno contribuito a ridurre le distanze - e mitigare le rivalità campanilistiche - tra i due poli, generando di fatto un unico centro urbano. Un marcato trend di crescita che si è mantenuto sino ad oggi, portando con sé enormi vantaggi in termini di servizi e di comodità quotidiane, ma anche i rischi della complessità cittadina. A partire dalla grande richiesta di case, col conseguente aumento dei costi, nonostante le nuove lottizzazioni non manchino sul territorio. Pure il traffico rimane uno dei principali nodi, anche se - va detto - proprio per la collocazione strategica del comune, il maggior flusso di veicoli a Castel d’Azzano è di attraversamento, lungo l’asse nord-sud della Provinciale 25, di cui l’agognata Variante alla Statale 12 costituirebbe un’utile alternativa. Da non sottovalutare è anche il venir meno di quei legami sociali che contraddistinguono la vita di paese. Inevitabilmente, l’aumento dei cittadini dovuto all’arrivo di nuove famiglie e la grande presenza di lavoratori pendolari che rincasano la sera e sfruttano Castel d’Azzano come un dormitorio, hanno portato con sé un allentamento delle reti relazionali interpersonali. I grandi sforzi profusi dall’amministrazione comunale, delle parrocchie e delle numerose associazioni hanno contribuito e contribuiscono tuttora a mitigare il fenomeno. Ma, ovviamente, in un contesto così popoloso, non è scontato che a tutti faccia piacere conoscere personalmente il dirimpettaio o scambiare abitualmente qualche chiacchiera col vicino. Nel bene o nel male, sono tutti sintomi di un paese che cresce, che cambia pelle e identità: sintomi di un paese che diventa città.•.

Andrea Accordini

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