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Strada contesa, sconfitto il Comune

L’agricoltore Lido Cordioli davanti alla stradina di proprietà comunale FOTO PECORAUn trattore al lavoro nei campi a Pizzoletta
L’agricoltore Lido Cordioli davanti alla stradina di proprietà comunale FOTO PECORAUn trattore al lavoro nei campi a Pizzoletta
L’agricoltore Lido Cordioli davanti alla stradina di proprietà comunale FOTO PECORAUn trattore al lavoro nei campi a Pizzoletta
L’agricoltore Lido Cordioli davanti alla stradina di proprietà comunale FOTO PECORAUn trattore al lavoro nei campi a Pizzoletta

Un terreno senza accesso è un pezzo di campagna inutilizzabile. E per questo, da più di dieci anni, l’agricoltore di Volpare Lido Cordioli è in lotta con il Comune di Villafranca. Di mezzo, però, ci finisce anche la politica. Erano gli inizi degli anni Duemila quando Cordioli, 88 anni tra poco, è diventato proprietario di un appezzamento di terra fra la frazione villafranchese e San Zeno di Mozzecane. Il problema, che tutt’ora esiste, è che non c’è nessun collegamento fra via Fantoni, la Levà, e il campo. Esiste una piccola strada, in disuso da almeno cinquant’anni (come sostiene il Comune) che un tempo univa proprio via Fantoni con via Mantova. Ma ora, su quella stradina, ci sono intoppi che impediscono qualsiasi tipo di passaggio. Le vie legali che hanno messo di fronte Cordioli al Comune si perdono nel tempo. L’ultima sentenza del tribunale di Verona, però, è datata ottobre 2019. In quell’occasione il giudice Massimo Vaccari dava ragione all’agricoltore di Volpare, condannando il Comune, proprietario della strada oggetto di contesa, ad un risarcimento e riconoscendo all’88enne il diritto di passaggio sia a piedi che con i mezzi agricoli. La sentenza, tuttavia, è stata impugnata dal Comune per un vizio di forma. E cioè una problematica legata alla notificazione che di fatto avrebbe impedito al Comune di essere presente in tribunale. Per questo motivo l’avvocato Giovanni Sala che già aveva seguito la vicenda in passato, incaricato dal Comune con una delibera di giunta, con un preventivo di spesa di 8.755 euro, ha portato la sentenza davanti alla corte d’appello di Venezia, chiedendo che la causa venga rimessa. La questione su quel breve tratto di strada inizia nel 2008. Da lì, infatti, si susseguono tentativi di mediazione fra il Comune, i proprietari dei fondi che insistono sulla stradina e Cordioli. Un susseguirsi di proposte e controproposte che però non hanno mai sbloccato la situazione. Cordioli spiega che da tempo aveva suggerito, disposto anche a dividere i costi con i confinanti, di eliminare gli ostacoli che gli impediscono il passaggio. «Ora no», sbotta. «Quello che chiedo è solamente di poter passare con il mio trattore per arrivare nella mia campagna». E ancora: «Lì da tanti anni non posso coltivare nulla. Ci sono coltivazioni e un pozzo che mi impediscono di passare. Io ho comunque delle spese annuali, chi ripaga tutto questo danno?», chiede. Nell’impugnare la sentenza di primo grado, il Comune di Villafranca, sottolinea che la strada è in disuso da diversi decenni. E che quella individuata dal tribunale di Verona non è la soluzione migliore e nemmeno la via più breve per accedere al campo. Ma, al contrario, solo quella più favorevole a Cordioli. C’è di più. Visto che la strada da anni non è utilizzata il Comune l’ha messa in vendita e una servitù (cioè un passaggio) ne deprezzerebbe il valore e un ripristino, invece, sarebbe troppo costoso. E ancora, come sottolinea anche il sindaco Roberto Dall’Oca, quando è stato acquistato il terreno già si sapeva che si trattava di un appezzamento «intercluso» e quindi non raggiungibile. Sono proprio le spese per un terreno da decenni inutilizzabile, come spiega lo stesso Cordioli, ad aver spinto l’agricoltore di Volpare a mettere in vendita il suo appezzamento incolto. «Non mi interessano alternative», aggiunge, «quello che chiedo è solamente il passaggio su una strada comunale». La questione, però, ha delle sfaccettature anche politiche perché uno dei proprietari dei fondi confinanti è il papà dell’assessore Jessica Cordioli. E l’assessore, lo scorso novembre in giunta, aveva dato il proprio consenso ad impugnare la sentenza. «Non c’è conflitto», spiega Dall’Oca, «perché quella è una causa fra il Comune e un privato. I confinanti non erano interessati». «Stiamo parlando di uno stradello che non esiste più», aggiunge il sindaco. «Prima dell’emergenza coronavirus», conclude, «avevamo fatto un sopralluogo per individuare delle alternative. Vedremo di trovare una soluzione condivisa e di andare davanti al giudice per risolvere questa situazione che dura ormai da troppi anni». •

Nicolò Vincenzi

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