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Si parla di omofobia, attacco al liceo

Studenti del liceo Medi davanti alla sede della scuola in via Magenta a VillafrancaVito Comencini
Studenti del liceo Medi davanti alla sede della scuola in via Magenta a VillafrancaVito Comencini
Studenti del liceo Medi davanti alla sede della scuola in via Magenta a VillafrancaVito Comencini
Studenti del liceo Medi davanti alla sede della scuola in via Magenta a VillafrancaVito Comencini

Scoppia il caso al liceo Medi di Villafranca. Il detonatore è l’assemblea d’istituto che i rappresentanti degli studenti hanno organizzato per giovedì 18 febbraio. Tema: «Omotransfobia e Lgbtqi+, contro natura?», questo il titolo dell’incontro al centro della contesa. Collegati da casa i ragazzi del triennio affronteranno questioni legate alla comunità Lgbt e quindi a quell’arcobaleno di sfumature formato da lesbiche, gay, bisessuali e trasngrender. Non ci sta, e qui nasce il confronto con l’istituto di via Magenta, il deputato della Lega Vito Comencini che, appresa la notizia, si è subito scagliato contro l’iniziativa del Medi. Non condivide le modalità scelte dai ragazzi, poi avallate dai professori referenti del progetto e dal dirigente Marco Squarzoni, e gli argomenti su cui discutere. Anzi, il leghista spiega che grazie a incontri come questi si consente all’ideologia gender di entrare in casa, dice. Ma sono gli stessi rappresentanti dei ragazzi a spiegare che non sarà quello il tema che il relatore di giornata Luigi Turri, ricercatore di storia e antropologia del vicino oriente antico all’Università di Verona e attivista del Milk planet, toccherà. «Parleremo delle discriminazioni del mondo Lgbt. Di come sia stato trattato in passato e delle norme che nel tempo sono cambiate», spiegano i rappresentati, tutti studenti dai 17 ai 18 anni. «La nostra è una assemblea apolitica che si concentra sulle esperienze di vita di altre persone», aggiungono, «e spiace che venga strumentalizzata così. Che tristezza». E poi, ancora: «Capiamo la critica, ma questa assemblea deve ancora svolgersi», sottolineano i quattro rappresentati d’istituto e della consulta del Medi, facendo intendere di non accettare una critica a scatola chiusa. Duro invece il commento del deputato del Carroccio messo in guardia, fa sapere, da un gruppo di genitori preoccupati: «Fuori la propaganda ideologica dalle scuole», tuona. Viene contestata la mancanza di un contraddittorio anche se, specifica Comencini, gli argomenti da trattare a scuola dovrebbero essere ben altri: «Perché non si discute del valore della famiglia?», si chiede l’esponente della Lega. «Rispetto il diritto degli studenti di riunirsi in assemblea, ma sono convinto che le priorità siano ben altre e come me molti genitori e professori», conclude Comencini. Sulla stessa linea anche Alberto Todeschini, coordinatore provinciale del Carroccio: «Siamo indignati e allo stesso tempo preoccupati che in una scuola superiore venga imposto, a senso unico, un tema come quello oggetto dell’assemblea». Todeschini aggiunge che iniziative del genere tolgono spazio e valore al confronto: «Devono essere parte di un progetto e di un programma più grande che possa trasmettere ai ragazzi anche la conoscenza e la cultura delle proprie tradizioni», specifica. Poi il coordinatore provinciale ribadisce: «L’obiettivo a lungo termine della sinistra è quello di cancellare le identità, intervenendo già in età scolastica». L’incontro online (si svolgerà su Meet), organizzato diverso tempo fa, nasce però da un lungo percorso che i ragazzi hanno gestito autonomamente. A inizio anno scolastico, infatti, i rappresentanti di classe hanno raccolto i suggerimenti dei loro compagni sugli argomenti da trattare durante le assemblee. E quello sul mondo Lgbt è stato uno dei più votati e richiesti. «Sono anni», spiegano ancora i rappresentanti, «che si cerca di organizzare un dibattito come questo. Ci teniamo a dire che non è stato imposto da nessuno». Tanto che la stessa assemblea potrebbe essere riproposta in futuro anche ai ragazzi del biennio. Al Medi, inoltre, lo scorso anno era nato un gruppo di ragazzi che periodicamente si ritrovava, prima che il Covid tenesse tutti a casa, per parlare e per confrontarsi proprio su questi argomenti. •

Nicolò Vincenzi

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