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Sfrattata e separata da 52 gatti Accolta e aiutata dal Comune

Gatti sotto al letto nella casa di Sona
Gatti sotto al letto nella casa di Sona
Gatti sotto al letto nella casa di Sona
Gatti sotto al letto nella casa di Sona

Viveva in una casa di campagna di Sona con 52 gatti, un cane e quattro galline, in una situazione di povertà e degrado. Per sfamarli e curarli è stata aiutata per un periodo dalle volontarie dell’Associazione animalisti Verona Odv, ma in parallelo aveva creato una raccolta fondi sui social. Ora la signora, già seguita dai servizi sociali di Sona, è stata presa in carico dal Comune dopo essere stata sfrattata. È stata accolta in una residenza comunale dove sono ospitate persone non autosufficienti seguite da educatori. «Vogliamo iniziare con lei un percorso affinché possa occuparsi a distanza dei suoi gatti senza conviverci», spiega Monia Cimichella, vicesindaco con deleghe a Servizi sociali, Pari opportunità e Tutela degli animali. I gatti nel frattempo sono rimasti nella casa di campagna grazie alla disponibilità del proprietario, con l’accordo che per alcuni giorni dei volontari possano entrare per accudirli, con la supervisione di un veterinario dell’Ulss. «Il proprietario si è anche offerto di mettere a disposizione una rimessa attigua alla casa per ospitare i gatti, che andrebbe adeguata per questo scopo», prosegue Cimichella, «la nostra idea sarebbe infatti creare una colonia gestita da volontari assieme alla signora». Per i servizi sociali del Comune sarebbe questa l’unica via percorribile per aiutare la donna anche dal punto di vista psicologico. Sebbene non le sia mai stato diagnosticato in modo ufficiale, il suo disturbo è compatibile con quello che in inglese è chiamato «animal hoarding», accumulo o accaparramento di animali. «Non possiamo obbligarla a seguire un percorso terapeutico, ma ci adopereremo per questo anche mettendola nelle condizioni di avere un lavoro», prosegue Cimichella, consapevole della priorità della cura: «Le persone accumulatrici seriali di animali hanno problematiche che derivano da sofferenze del passato, speriamo che la signora lavori assieme a noi per risolverle, altrimenti continuerà a farlo». Prima di Sona era già successo a Valeggio sul Mincio, dove la donna ha vissuto alcuni anni occupando insieme a un uomo un fabbricato in costruzione: con loro c’erano anche 170 gatti, tanti ne erano stati contati all’epoca (era il 2017). «La signora può rimanere negli spazi che abbiamo messo a disposizione fino al termine del percorso di reintegrazione sociale, quando sarà in grado di stare in piedi da sola», aggiunge Cimichella, lanciando un appello a volontari e associazioni del territorio per contribuire in questo progetto: «Non siamo riusciti a trovare un accordo con l’associazione fin qui coinvolta, che non condivide questo percorso. Cerchiamo quindi altri volontari e associazioni disposti ad affiancare la signora nella cura dei gatti». La prova dell’impossibilità di separare la donna dai suoi amici a quattro zampe è arrivata all’indomani dello sfratto: riaccompagnata dalla polizia locale e dall’assistente sociale alla casa per prendersi i suoi effetti personali, si è accorta che all’appello mancavano alcuni mici prelevati per essere sottoposti a cure veterinarie e non ha voluto tornare nella residenza del Comune. «Li conosce tutti e 52 per nome», spiega Anna, volontaria che in passato aveva già aiutato la signora. «Mi ha chiamata alla sera tardi perché le portassi delle coperte. Voleva continuare a cercarli e presidiare la zona affinché non ne sparissero altri. Ci è voluto del tempo per calmarla spiegandole che erano stati portati dal veterinario», aggiunge Anna, che per una notte ha accolto la signora in casa propria. Anna condivide il progetto del Comune, ma non nasconde le difficoltà e si unisce all’appello di Cimichella affinché si facciano avanti altre persone disposte ad aiutare.•.

Katia Ferraro

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