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Sensibilizzazione all’endometriosi con il messaggio dalla panchina gialla

Michela Manega sulla panchina gialla FOTO PECORA
Michela Manega sulla panchina gialla FOTO PECORA
Michela Manega sulla panchina gialla FOTO PECORA
Michela Manega sulla panchina gialla FOTO PECORA

Al parco Le Sorgenti del Castello di Castel d’Azzano, c’è una panchina gialla. Non è frutto della bizzaria o della creatività degli amministratori pubblici, bensì un segno, concreto e ben visibile, per far conoscere l’endometriosi, una patologia che riguarda 190 milioni di persone nel mondo durante l’età fertile. La panchina è stata inaugurata lo scorso sabato dall’amministrazione comunale, alla presenza del dottor Valentino Bergamini, direttore dell’Uoc di Ostetricia e ginecologia B dell’Azienda ospedaliere di Verona, e di Michela Manega e Camilla Tonegato, tutors dell’associazione «La voce di una è la voce di tutte», promotrice dell’iniziativa assieme al Comune di Castel d’Azzano. «In Italia si stima che soffra di endometriosi il 10-15 per cento delle donne in età riproduttiva e nel 30-50 per cento dei casi essa si associa a infertilità», ha osservato il sindaco Antonello Panuccio, affiancato dall’assessore Elena Guadagnini e dalla consigliera Emanuela Bronzati, referenti del progetto. Il dolore cronico causato dall’endometriosi, che si manifesta soprattutto in fase mestruale e durante i rapporti sessuali, è solo una delle manifestazioni cliniche della patologia, che incide pesantemente sulla qualità della vita e sullo svolgimento delle attività quotidiane, generando una sofferenza che diviene anche psicologica. Fondamentali sono la diagnosi precoce e la terapia, personalizzata sulla singola paziente, che consente di bloccare la progressione della patologia e attenuare la sintomatologia. «In questi anni è cambiato completamente il panorama dell’endometriosi», ha spiegato Bergamini, «perché è aumentata la cultura. Siamo in grado di fare diagnosi molto precoci, anche grazie ad iniziative di sensibilizzazione come questa». La panchina riporta una targa con i riferimenti dell’associazione promotrice e un qrcode da scansionare per accedere ad un video che spiega questa patologia invalidante. «Una proposta di legge per garantire il diritto alla salute delle persone affette da endometriosi è stata presentata alla camera grazie alla nostra associazione», ha annunciato Michela Manega, tradendo l’emozione per quello che potrebbe essere un traguardo fondamentale per tante persone che come lei affrontano la malattia, «ci proviamo e speriamo possa andare in porto, perché credo che trovare un medico, il supporto umano e un’attività di sensibilizzazione, oggi, sia fondamentale per far sì che l’endometriosi non sia più sconosciuta come lo è stata per tanti anni».•.

Andrea Accordini

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