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Sciolto il nodo gestione riapre palazzo Bottagisio

Chiuso Inaugurato, dopo il restauro, nel 2015, a parte qualche apertura a spot, l’edificio è inaccessibile da anni
Chiuso Inaugurato, dopo il restauro, nel 2015, a parte qualche apertura a spot, l’edificio è inaccessibile da anni
Chiuso Inaugurato, dopo il restauro, nel 2015, a parte qualche apertura a spot, l’edificio è inaccessibile da anni
Chiuso Inaugurato, dopo il restauro, nel 2015, a parte qualche apertura a spot, l’edificio è inaccessibile da anni

Il museo del Risorgimento e palazzo Bottagisio riaprono le porte. E così dopo un lungo periodo uno dei luoghi simbolo di Villafranca sarà di nuovo visitabile a tutti. Sabato, alle 15, sarà inaugurata la mostra, realizzata in collaborazione con l’associazione RipARTEnza, dell’artista Angelo Oliboni, «Essenze cromatiche». Ma questo sarà solo il via di un percorso più ampio che riporterà la luce nello storico palazzo di via Pace. L’ultima apertura, se non per qualche visita straordinaria concessa alle scolaresche del territorio e mostre temporanee, risale ancora all’epoca dell’amministrazione Faccioli, nel 2015. Nelle settimane scorse, ed era qui l’inghippo che teneva bloccato tutto l’iter, è stata portata a termine la gara di affidamento per la gestione dei servizi di apertura e accoglienza. La gestione è stata affidata alla cooperativa Prestatori. Si potranno visitare le sale espositive del museo il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19 e il costo del biglietto sarà di quattro euro l’intero, di due per gli under 12 e over 65. Le scuole e i gruppi invece potranno, sempre a partire dalla prossima settimana, prenotare la visita nei giorni infrasettimanali mandando una mail all’ufficio cultura. Ma c’è di più. Entro l’autunno saranno finalmente esposti anche i 28 quadri del lascito al Comune di Giovanni Martinelli, conservati da tempo immemore nel caveau della banca Unicredit, in città. Sono opere di Farina, Rizzini, Barbisan, Pigato, Zancolli, Corradini e Beraldini, un’Annunciazione attribuibile a Gianbettino Cignaroli e un Ritorno del figliol prodigo a Francesco Bassano, tutti dipinti che si collocano tra il XVI e il XX secolo. L’esposizione, che sarà permanente, sarà allestita al pian terreno del palazzo lasciando contemporaneamente, come spiega l’assessore alla cultura Claudia Barbera, spazio anche ad altre mostre temporanee. Discorso diverso per il giardino del Bottagisio. Qui i tempi sono più dilatati e sono legati soprattutto ai lavori di ristrutturazione dei tetti della struttura e ad alcuni vincoli della sovrintendenza. «Intanto», sottolinea l’assessore, «ci siamo affidati a un botanico per il censimento delle piante del parco e stiamo anche cercando la modalità per reperire ulteriori fondi per l’intera riqualificazione dell’area». Sabato, al taglio del nastro, ci sarà anche lo storico Carlo Saletti che, assieme al grafico Roberto Solieri, è stato incaricato dall’amministrazione di integrare l’esposizione attuale con allestimenti in linea con il progetto «Museo diffuso del Risorgimento», iniziativa che coinvolge una rete di comuni dell’Alto Mincio e associazioni dei territori coinvolti nelle battaglie risorgimentali. L’incarico consiste nella predisposizione di dispositivi di lettura dei punti di interesse, tra cui anche la Casa del trattato, e di una cartografia unica per tutti i siti coinvolti. «Oltre alla riapertura del museo e delle sale espositive», conclude Barbera, «vogliamo dare un segnale volto alla valorizzazione della nostra offerta culturale e turistica. Questa settimana, quindi, andiamo a riconsegnare palazzo Bottagisio alla nostra città, ma continueremo a lavorare all’obiettivo di rendere questo museo sempre più attrattivo». «La riapertura», aggiunge il sindaco Roberto Dall’Oca, «rappresenta una prima concretizzazione di un percorso di valorizzazione del palazzo. Un percorso che, anche grazie a investimenti importanti, porteranno la nostra città ad avere un polo museale moderno». •.

Nicolò Vincenzi

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