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Ritrovati il cane e l’auto rubata. Un arresto

Gianluigi padre di Beatrice, con il volpino Leo: è stato lui a recuperarlo dopo il «rapimento» FOTO PECORACarabinieri di Mantova impegnati in un’operazione di controllo
Gianluigi padre di Beatrice, con il volpino Leo: è stato lui a recuperarlo dopo il «rapimento» FOTO PECORACarabinieri di Mantova impegnati in un’operazione di controllo
Gianluigi padre di Beatrice, con il volpino Leo: è stato lui a recuperarlo dopo il «rapimento» FOTO PECORACarabinieri di Mantova impegnati in un’operazione di controllo
Gianluigi padre di Beatrice, con il volpino Leo: è stato lui a recuperarlo dopo il «rapimento» FOTO PECORACarabinieri di Mantova impegnati in un’operazione di controllo

Ritrovati sia l’auto rubata a Villafranca sia il cane rimasto a bordo. Uno dopo l’altro. E il mistero del volpino sequestrato si è risolto all’improvviso ieri mattina. Una donna alla guida del monovolume rubato in città giovedì scorso, davanti a un panificio del centro, è stata arrestata dai carabinieri lunedì sera. L’accusa è di ricettazione. L’auto è già stata restituita al proprietario che aveva denunciato il furto pochi istanti dopo essere uscito dal negozio. Era bastato un istante per non ritrovare più la macchina lì dove l’aveva lasciata. Note liete arrivano anche per il cane Leo, il volpino che al momento del colpo si trovava a bordo del monovolume. L’annuncio della padrona, la giovane Beatrice Labella, nei giorni scorsi aveva fatto il giro del web. Leo già nel pomeriggio di ieri, dopo essere stato individuato in mattinata, è stato recuperato dal papà della ragazza nel canile di Guidizzolo. Sono serviti giorni per rintracciarlo, ma il volpino color biscotto, che in poche ore ha mobilitato centinaia di persone su Facebook, sta bene ed è già ritornato a casa. La donna alla guida della Daewoo Tacuma rubata lunedì nel tardo pomeriggio stava rientrano a casa dopo aver fatto la spesa quando i carabinieri di Volta Mantovana l’hanno intimata a fermarsi a Castiglione, in provincia di Mantova. La conducente, A.H.G. di origine marocchine, ma residente nel veronese, non ha rispettato l’alt e i militari l’hanno bloccata quando era ormai arrivata in centro paese a Volta. La 36enne era senza patente e l’auto era proprio quella rubata a Villafranca cinque giorni prima. La donna, che in un primo momento ha rifiutato di collaborare, è ora trattenuta nel carcere di Mantova. Ma oltre al recupero della macchina c’è un secondo lieto fine. Il volpino Leo, di appena tre anni, che al momento del furto era rimasto sui sedili posteriori del monovolume, tornerà tra le braccia della sua padrona non appena lei rientrerà dal viaggio in Portogallo. Nel frattempo se ne prenderà cura il papà. Ieri pomeriggio, proprio il padre della ragazza, ultimate alcune pratiche burocratiche, è andato a recuperare il piccolo Leo al canile di Guidizzolo. Era stato lui, incautamente, giovedì scorso ad aver posteggiato con le quattro frecce l’auto. Doveva fare un acquisto al panificio prima di portare i suoi due cani dal veterinario. Sovrappensiero, però, si era dimenticato di premere il pulsante per chiudere a chiave la macchina. Un istante dopo è avvenuto il furto. Il ladro (dovrà essere appurato se si tratta della stessa persona arrestata o meno), però, non si era accorto che in quel momento a bordo c’erano due cani. Il primo, un meticcio di taglia media, era stato fatto scendere subito, mentre il volpino è rimasto sul sedile posteriore della Deawoo. Il cane sequestrato, probabilmente impaurito, è rimasto in silenzio fino a quando chi era alla guida della macchina rubata non si è accorto della sua presenza. Non ci ha pensato due volte e lo ha abbandonato nelle campagne intorno a Guidizzolo, sempre nel Mantovano. Lì è stato ritrovato poco dopo da un uomo che lo ha consegnato a una conoscente che si prende cura di cani abbandonati e in difficoltà. La donna si è occupata di Leo per qualche giorno, non sapendo a chi rivolgersi. Infatti, oltre ad aver sottoposto il volpino alle visite del veterinario di fiducia, ha anche richiesto la lettura del microchip sottopelle. I numeri di telefono abbinati al piccolo apparecchio elettronico, però, risultavano non attivi. Per questo motivo, in un primo momento, era impossibile risalire ai proprietari di Villafranca. Sono serviti altri due giorni prima che l’annuncio social di Beatrice Labella arrivasse fino alla donna che stava accudendo Leo. «Mi ha raccontato che una sua amica le ha fatto leggere il mio annuncio sul telefonino e quindi lo ha portato nel canile. Poi mi hanno chiamata», spiega la ragazza. •

Nicolò Vincenzi

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