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Rischio siccità, il consorzio da l’ok a irrigare già da oggi

Un impianto di irrigazione
Un impianto di irrigazione
Un impianto di irrigazione
Un impianto di irrigazione

Il Villafranchese avrà, unico territorio della provincia, l’acqua con cui far sì che le colture nei campi non subiscano danni a causa della siccità. A dare questa notizia, che era molto attesa dagli agricoltori, è il consorzio di bonifica Veronese. «Giovedì primo aprile è entrata in funzione la presa di Sciorne, struttura che si trova a Gaium di Rivoli e che deriva dall’Adige l’acqua che viene poi portata in quello che è chiamato l’Agro veronese», spiegano al consorzio. Dove dicono anche che negli oltre 5.000 ettari di terreni agricoli nell’area che fa capo alla città del Quadrilatero sarà possibile irrigare a partire da oggi, giorno di Pasqua. A meno di precipitazioni rilevanti, che però non sembrano all’orizzonte, c’è da aspettarsi che gli impianti vengano messi subito in funzione. Sia i seminativi, in particolare la polenta, che gli alberi da frutto stanno infatti soffrendo per la carenza d’acqua. «Ciascuna delle nostre derivazioni, da quelle principali per l’irrigazione strutturata nei tre ex-consorzi Adige Garda, Agro Veronese e Valli Grandi, a quelle più piccole per l’irrigazione di soccorso, è soggetta all’osservanza di uno specifico disciplinare imposto dalla Regione, nel quale sono stabiliti il periodo irriguo e la portata massima derivabile», afferma Alex Vantini, il presidente del Veronese. «In caso di vera emergenza idrica, l’unica presa che può essere aperta in anticipo rispetto alla data standard del 15 aprile, quella tradizionalmente di avvio della stagione irrigua, è appunto la presa a servizio del Villafranchese», aggiunge Vantini. Sempre Vantini ricorda che le situazioni siccitose da qualche anno si ripetono in maniera ciclica. Il presidente, poi, fa il punto della situazione nel territorio di competenza del suo consorzio, che comprende tutta l’area della provincia che si sviluppa a destra dell’Adige. «Per le derivazioni dell’ ex consorzio Adige Garda, che attingono dal canale Biffis, le anticipazioni devono essere autorizzate dal gestore del canale stesso, che va indennizzato, mentre nelle Valli grandi c’è una presa, quella di Sorio, che è aperta tutto l’anno, ma tutte le altre derivazioni sono legate alle portate di una serie di fiumi come Tartaro, Tione, Bussè e Menago, che sono minime durante la stagione invernale e aumentano solo a primavera inoltrata, essendo alimentate dall’acqua che viene dall’irrigazione strutturata effettuata più a nord», spiega inoltre il presidente Vantini. «Ci sono infine le derivazioni dirette dal fiume Adige nel tratto compreso tra Legnago e Castagnaro, costituite da elettropompe installate su zattere le quali, salvo eccezioni, possono entrare in funzione soltanto a partire da maggio, se le quote del fiume lo consentono». •

Luca Fiorin

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