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lotta ai rincari energetici

Autunno caldo, il via alle caldaie slitta a novembre

I sindaci dei centri più grossi della provincia, visto il clima mite, seguono l’ordinanza di Tommasi e firmano la proroga al 2 novembre. Ma in alcuni casi non è ancora fissata la data
Riscaldamento: in molti Comuni gli impianti saranno accesi in novembre, complici le temperature miti di questi giorni
Riscaldamento: in molti Comuni gli impianti saranno accesi in novembre, complici le temperature miti di questi giorni
Riscaldamento: in molti Comuni gli impianti saranno accesi in novembre, complici le temperature miti di questi giorni
Riscaldamento: in molti Comuni gli impianti saranno accesi in novembre, complici le temperature miti di questi giorni

Riscaldamento? Anche in provincia si aspetta fino al prossimo mese. Il Comune di Verona, con un’ordinanza firmata dal sindaco Damiano Tommasi, ha prorogato l’accensione delle caldaie, pubbliche e private, al 2 novembre. Pure le altre amministrazioni del Veronese sono sulla linea dell’attesa, sfruttando questo anomalo «autunno caldo» per risparmiare almeno un po’ sulle esagerate bollette del gas.

Villafranca: impianti spenti fino al 2 novembre

Ma se ci sono Comuni, fra i più popolosi, per esempio Villafranca (33mila abitanti), dove si è «già deciso di allinearci alla stessa data scelta da Verona», come conferma il sindaco Roberto Dall’Oca, in molti altri non ne è ancora stata fissata alcuna: verranno comunicate ai cittadini a tempo debito. Si stanno a guardare le previsioni del meteo e, commenta amaramente qualche primo cittadino, si confida nella provvidenza. La preoccupazione per la tenuta dei bilanci comunali, messa sempre più a dura prova, è palpabile. E si parla di «emergenza».

Sona: l' intenzione di posticipare il più possibile

«La speranza», confida infatti Gianluigi Mazzi, sindaco di Sona (17.500 abitanti), «è di poter posticipare quanto più possibile l’accensione del riscaldamento. E a quanto so, questo è l’orientamento della maggioranza dei sindaci». Spiega: «Basti pensare che, tra gennaio e settembre 2022, il nostro Comune ha già dovuto sborsare oltre 500mila euro per le utenze di luce e gas. Soldi che, prima del caro energia, in buona parte prendevano la strada di opere e servizi».

Bussolengo: la data sarà decisa in base al clima

Lo stesso dicasi per il Comune di Bussolengo (20.700 abitanti), che in epoca pre-rincari spendeva 200mila euro di gas e ora ne dovrà versare il triplo. Il sindaco Roberto Brizzi chiarisce: «Non siamo obbligati a decidere subito quando dare il via alle caldaie. L’ok alla riaccensione può essere deciso e comunicato nel giro di poche ore. Perciò, finché permangono temperature così miti, noi siamo per attendere fino all’ultimo».

Precisa inoltre: «Ovviamente, restiamo in contatto costante con quelle strutture pubbliche, come le scuole, che hanno esigenze particolari. È sempre con il dirigente scolastico, infatti, che scegliamo l’accensione e lo spegnimento dei radiatori nelle aule. A tal proposito, però, c’è da rilevare un’incongruenza normativa», aggiunge.

«Per legge, per esempio, la temperatura negli istituti scolastici non può scendere sotto i 19 gradi. Ciò ha un senso nelle stanze in cui i ragazzi fanno lezione fermi. Invece nelle palestre, in cui si corre e si suda, si potrebbe benissimo abbassare il termostato di due o tre gradi, con un risparmio tangibile a fine anno. Ma lo impedisce, appunto, quella legge. Alle società sportive del territorio, però, abbiamo già comunicato che diminuiremo un po’ la temperatura interna degli impianti».

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San Bonifacio: «Noi speriamo di andare anche oltre»

Dal Comune di San Bonifacio (21.500 abitanti), il sindaco Giampaolo Provoli afferma: «Per il riscaldamento, c’è stata una proroga di 15 giorni rispetto alla zona climatica. Noi, sinceramente, speriamo di andare anche oltre. E intanto pensiamo a riaccensioni scaglionate nei 38 edifici pubblici. Se, per esempio, nelle scuole dovremo far partire le caldaie appena l’aria si raffredderà ulteriormente, negli uffici comunali cercheremo di portare un po’ più di pazienza».

«Del resto», considera, «io sono contrario allo spegnimento dell’illuminazione pubblica, che considero un servizio essenziale. Invece, indossando una maglia più pesante, si può ridurre la temperatura degli ambienti di un grado o due».

Una scelta quasi obbligata, stando alle bollette energetiche: il Comune di San Bonifacio non aveva mai speso più di 650mila euro all’anno; ora la previsione per il 2022 è di due milioni e, se le cose non dovessero cambiare, di 2,5 milioni di euro per il 2023. «Fortunatamente, noi abbiamo avanzi di bilancio con cui fronteggiare i rincari. Ma altri Comuni», conclude Provoli, «non sanno che pesci pigliare».

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Lorenza Costantino

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