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Rinascita economica anche con il Festival «Migliaia di visitatori»

Il pubblico al castello di Villafranca durante lo show dei Subsonica
Il pubblico al castello di Villafranca durante lo show dei Subsonica
Il pubblico al castello di Villafranca durante lo show dei Subsonica
Il pubblico al castello di Villafranca durante lo show dei Subsonica

Sarà pur sempre l’estate delle sedie ancorate a terra, dei posti limitati e delle mascherine, ma il cartellone del «Villafranca Festival», al netto di tutto ciò, è un appuntamento ricco di sorprese (e conferme). Presentando il festival, a inizio mese, era stato annunciato che dalla città a luglio sarebbero passate migliaia e migliaia di persone. Ed è questo, dimenticando per un attimo l’aspetto principale della kermesse, e cioè la musica, a dare un senso ancora più ampio ai sedici eventi che si stanno concentrando fra le mura in appena venti giorni. Di questi, infatti, oltre agli organizzatori ovviamente, ne beneficia tutto il tessuto economico villafranchese. Basta girare per la città prima di un concerto, a orario aperitivo, e quando le luci del palco si spengono, solitamente verso le 23,30, per capire quanto gli spettacoli al castello mobilitino centinaia di persone ogni volta. Altro dato da non sottovalutare: molti spettatori arrivano da fuori Villafranca. Il tutto, poi, a un soffio dal «Green pass», strumento che sarà necessario a partire dal prossimo 6 agosto per eventi simili. Per accedere al castello, in questi giorni, infatti, è necessario indossare solamente la mascherina. Mentre all’ingresso viene misurata la temperatura. All’interno, invece, le sedie sono distanziate a bloccate a terra. Certo, le limitazioni non garantiscono margini così ampi. La pandemia, infatti, si fa sentire anche qui perché sfondare le mille presenze è difficile. Le occasioni, però, ci sono state. Basti pensare al doppio live di Max Pezzali che fra le mura ha ripercorso gran parte della storia degli «883», eventi che hanno fatto il pieno. «La cornice del castello», commenta Claudia Barbera, assessore alla cultura, «e gli allestimenti utilizzati al suo interno hanno permesso a Villafranca di divenire ancora una volta punto di riferimento sul territorio per i grandi eventi». «Non solo per la musica», sottolinea l’assessore, «ma anche per lo spettacolo in generale. Lo dimostrano gli oltre 12mila spettatori arrivati in città». «Questo è segno che un’adeguata promozione del territorio e della nostra città può passare anche dall’essere in grado di ospitare eventi d’interesse nazionale», conclude Barbera. «Siamo molto soddisfatti anche perché un cartello di questo tipo in Veneto, se non oltre, non c’è», dice Ivano Massignan, direttore artistico di Eventi Verona, organizzatrice della kermesse. «Il calo, purtroppo», spiega, «unito al timore si registra ovunque, ma Villafranca ha dimostrato di potersi difendere bene. Il punto di forza è la varietà di proposte, con i suoi pro e i contro». «Tra l’altro», aggiunge il direttore artistico, «stiamo ricevendo tante proposte per il prossimo anno. E stiamo già programmando, ma tutto, anche qui, dipende dalla pandemia, altri eventi di caratura internazionale a Villafranca». «I prezzi alti sono dovuti ai pochi posti a disposizione e servono per poter rientrare nei costi. Oltre al Comune, però, ci mancano gli aiuti degli altri enti pubblici», conclude. Ad aprire il Festival era stato Antonello Venditti, lo scorso 8 luglio. Il «Villafranca Festival», infatti, ha il pregio di far arrivare in città un pubblico molto diverso: da quello giovane che ha «assaltato» il castello per i Subsonica e Willie Peyote, fino al pubblico di Niccolò Fabi e Negrita, per citarne alcuni. Fra le mura grandissimo successo l’hanno avuto anche i comici Giuseppe Giacobazzi, Andrea Pucci e Natalino Balasso. Il giornalista televisivo Federico Buffa, con la storia dell’incontro a Genova fra Fabrizio De Andrè e Gigi Riva ha poi impreziosito un cartellone già ricco. Oggi è il turno di Gianna Nannini, domani di Uto Ughi e I solisti veneti. Sabato, l’ultimo show al castello, con Alice e il tributo a Franco Battiato.•.

Nicolò Vincenzi

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