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Riceve l’invito a vaccinarsi, in realtà è morto trent’anni fa

L’intestazione della lettera invito mandata dall’Ulss a Enzo Venturi
L’intestazione della lettera invito mandata dall’Ulss a Enzo Venturi
L’intestazione della lettera invito mandata dall’Ulss a Enzo Venturi
L’intestazione della lettera invito mandata dall’Ulss a Enzo Venturi

La lettera dell’Ulss 9 per comunicare data e luogo in cui verrà somministrato il vaccino Pfizer arriva puntuale. Ma il destinatario è deceduto trent’anni fa. È successo a Mozzecane l’altro giorno. Attilio Venturi, lunedì mattina, nella cassetta della posta ha trovato la comunicazione in cui venivano specificati i dettagli dell’appuntamento per suo padre: mercoledì 31 marzo alle 10,18, a Bussolengo in via strada San Vittore, ex bocciodromo. Numero di prenotazione, 64. Ma il signor Enzo Venturi è morto il 7 settembre del 1991. Oggi avrebbe 94 anni. Attilio Venturi, che ancora vive nell’abitazione dei suoi genitori, entrambi venuti a mancare, ha subito chiamato il dipartimento per disdire l’appuntamento. Ha poi scritto una mail all’assessore regionale alla sanità, Manuela Lanzarin, e il suo caso è stato ripreso pure nel punto stampa del presidente Luca Zaia. Il governatore ieri si è scusato per il «rinnovato dolore» alla famiglia. «Mi è sembrato tutto molto strano», spiega il figlio. «Ho provato stupore, ecco. Poi mi sono domandato: in questi giorni in cui si parla di ritardi e persone che non si presentano, non è che si perde tempo anche per questi motivi?». La sua non è una protesta, anzi. Spiega che la necessità di andare a fondo alla questione nasce dal desiderio di conoscere il meccanismo che ha portato all’errore. «Potrei capire se mio padre fosse venuto a mancare da poco, ma dopo trent’anni… è ancora più strano. Non capisco come vengano gestite queste cose», aggiunge. Oltre ad avere comunicato l’ovvia disdetta, Venturi ha spiegato il suo caso all’assessore Lanzarin con una lettera: «Ho chiesto all’assessore di andare in fondo alla storia», ribadisce Venturi. «Volevo sapere se il mio fosse un fatto isolato oppure no», sottolinea ancora il 47enne di Mozzecane che ieri ha pure pubblicato un post sul suo profilo di Fb per vedere se c’erano casi analoghi in paese. Si tratta, spiegano dal dipartimento di prevenzione, da dove è stata spedita la lettera, di un problema legato al sistema informatico: un errore dei computer. «Stiamo lavorando con grandi numeri», commenta Fabrizio Cestaro, direttore del dipartimento, «e con grande foga per non lasciare fuori nessuno». Cestaro aggiunge: «Siamo in un momento di emergenza. Lavoriamo con le banche dati, in questa fase complicata è difficile analizzare tutto. In ogni caso chiedo scusa alla famiglia a nome di tutto il dipartimento». «È uno dato spiacevole», ha poi aggiunto Zaia, sottolineando ancora una volta il momento critico, «magari per un errore di pulitura dell’anagrafe. Ma devo dire: preferisco che ne arrivi una in più (di lettera, ndr) piuttosto che ne arrivi una in meno a una persona che ha diritto di essere vaccinata». •

Nicolò Vincenzi

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