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Picchiato e bruciato La morte di Vasile in Corte d’Assise

Inizierà il 5 ottobre, con le deposizioni dei testimoni citati dal pm Elvira Vitulli, il processo per la morte di Vasile Todirica, il clochard dapprima picchiato per oltre un’ora e poi bruciato in stazione a Villafranca. Vasile fu ritrovato all’alba del 7 luglio 2019 sul primo binario, era ancora vivo, nonostante il volto completamente distrutto dai colpi e le ustioni che interessavano parte del torace ed entrambe le gambe. Sopravvisse a quell’inferno, si risvegliò e riuscì a parlare con gli agenti di polizia anche se di quella notte non ricordava nulla ma morì due mesi dopo in ospedale per «un’infezione sistemica ad opera di batteri per dislocazione cutanea». Tre gli imputati, Eros De Mori, detto Carlo, 42 anni di Villafranca (l’unico con un domicilio), Liliano Bosoni, detto Jessi, di 63 anni e Cristian Relu Tuca, rumeno classe 1960, questi ultimi due senza fissa dimora, che affronteranno il processo davanti alla Corte presieduta da Sandro Sperandio (Maria Cecilia Vitolla giudice a latere) e composta anche da sei giudici popolari: ieri le difese hanno sollevato l’eccezione di legittimità costituzionale della norma che non concede all’imputato la possibilità di chiedere un rito abbreviato nel caso in cui il reato preveda la condanna all’ergastolo. Perchè il pm Vitulli ai tre imputati difesi dagli avvocati Porta, Faccioli e Dal Ben contesta l’omicidio volontario aggravato. Eccezione che era già stata respinta in sede di udienza preliminare dal giudice Luciano Gorra e che anche ieri la Corte non ha accolto. Non saranno sentiti i due testimoni già individuati dal pm a pochi giorni dall’aggressione e che vennero sentiti con le forme dell’incidente probatorio. Le loro dichiarazioni vennero «cristallizzate» all’epoca e la Corte non ha ritenuto di sentirli nuovamente. In aula anche le parti civili, Constantin Petrica, lo zio della vittima, tutelato dall’avvocato Trimeloni, e il Comune di Villafranca assistito dall’avvocato Serpelloni. •

F.M.

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