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Pagamento con il bancomat? 0,50 euro in più. Ma non risulta

Il mercato di Villafranca
Il mercato di Villafranca
Il mercato di Villafranca
Il mercato di Villafranca

«Chi passa da Villafranca che bugiarà non sia, può girare il Veneto e anche la Lombardia». Ripete tra sé e sé il detto popolare, sorridendo, un pensionato di 75 anni veronese che ogni tanto si reca a Villafranca per il mercato del mercoledì. La settimana scorsa è andato con la moglie e ha acquistato un prodotto in uno dei banchi della gastronomia: 6 euro, come diceva il prezzo esposto. Ma quando ha consegnato al commerciante il bancomat, quest'ultimo ha risposto che per quella modalità di pagamento avrebbe fatto pagare una commissione di 50 centesimi . Il pensionato, molto attento a questi aspetti, ha risposto che gli sembrava troppo. Ha comunque pagato col bancomat e se ne è andato spiegando che avrebbe segnalato la cosa. «Nello scontrino, inoltre, è riportato il totale di 6,50 euro che ho pagato e non ci sono due voci distinte. Ed è scritto che ho pagato in contanti», racconta mostrando invece l'estratto conto della banca che registra il pagamento con bancomat. Il pensionato si è rivolto alla Guardia di Finanza e ha firmato un esposto. Della denuncia ha mandato copia all'ufficio Commercio di Villafranca. «Non sono i 50 centesimi», conclude, «ma racconto questo episodio perché altre persone stiano in guardia. I pensionati come me soprattutto». Quei 50 centesimi, infatti, non sarebbero dovuti: «Quella commissione è illegittima», spiega Adiconsum citando il dispositivo dell'articolo 62 del Codice del consumo che dice: «I professionisti non possono imporre ai consumatori, in relazione all'uso di determinati strumenti, spese per l'uso di detti strumenti o, nei casi espressamente stabiliti, tariffe che superino quelle sostenute dal professionista». Si spiega anche che il professionista non può chiedere un separato compenso per il servizio. Lo conferma l'Autorità Garante della concorrenza e del mercato alla quale sono stati segnalati diversi episodi di questo tipo sul territorio nazionale: dai tabaccai alle lavanderie, dai servizi di trasporto e dai viaggi fino alle rivendite di cibo e bevande. «Il divieto generalizzato per il beneficiario di un pagamento di imporre al pagatore spese aggiuntive rispetto al costo del bene e del servizio», scrive l'Autorità, «in relazione all'utilizzo di strumenti di pagamento è stato ribadito nella direttiva Ue 2015/2366, recepita da decreto legislativo». L'Autorità è già intervenuta in diversi settore sanzionando e sottolinea che il divieto vale per tutti gli esercizi commerciali, inclusi i dettaglianti.•. M.V.A.

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