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Nuovo appello per il Magalini «Deve aprire il Punto nascite»

La terapia intensiva dell’ospedale Magalini
La terapia intensiva dell’ospedale Magalini
La terapia intensiva dell’ospedale Magalini
La terapia intensiva dell’ospedale Magalini

Riportare alla normalità anche l’ospedale Magalini di Villafranca. È l’appello della consigliera regionale del Pd, Anna Maria Bigon. Ieri in diverse strutture ospedaliere sono state riaperte alcune specialità che per far fronte all’emergenza erano state sospese. Così, però, non accadrà all’ospedale covid villafranchese per il quale il ritorno alla normalità - seppur garantito proprio dal direttore Paolo Montresor al nostro giornale - non avrà tempi rapidi. Se ne parlerà a fine mese o inizi marzo. Ma occorrerà capire gli effetti, la prossima settimana, dell’andamento dei contagi in seguito alle nuove aperture. Bigon interviene: «Visto il drastico calo dei ricoveri covid, perché non si può riportare gradualmente alla normalità anche il Magalini? Esiste un cronoprogramma o è stato semplicemente deciso che tutti i nuovi contagiati debbano essere portati lì?», si chiede la consigliera e vicepresidente della commissione Sanità a Palazzo Ferro Fini. «Grazie anche alle restrizioni imposte nell’ultimo mese, la curva è finalmente in discesa, tanto che in alcune strutture è stato deciso di chiudere i reparti covid e stanno lentamente ripartendo le attività sospese. Come mai ciò non può accadere anche per il Magalini, dove invece continuano a essere ricoverati pazienti positivi al coronavirus? Qual è l’obiettivo di Regione, Ulss e Comune per questo ospedale? Deve restare tutto così, immobile, in attesa di un’eventuale terza ondata? È stato inaugurato meno di tre anni fa con un investimento di quasi 60 milioni di euro». Bigon propone una tabella di marcia: «Il Punto nascite è rimasto in funzione appena sei mesi tra la prima e la seconda ondata. Chiediamo di riaprirlo subito, con un reparto dedicato alla terapia intensiva neonatale, quindi il Pronto soccorso e progressivamente tutto il resto. Stiamo parlando di un presidio fondamentale per il territorio con un bacino di 100mila abitanti», conclude Bigon. «Non possiamo aspettare oltre. Le scuse sono finite, altrimenti mettano nero su bianco che il Magalini sarà il covid hospital per l’intera provincia, senza alcun termine». •

M.V.A.

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