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Mucche accudite da otto robot grazie alla «regia» di Sara

Sara Pasetto è alla guida  di Corte Nodari: sono sei i robot che mungono e due quelli  che le nutronoI robot mungono le vacche con grande delicatezza
Sara Pasetto è alla guida di Corte Nodari: sono sei i robot che mungono e due quelli che le nutronoI robot mungono le vacche con grande delicatezza
Sara Pasetto è alla guida  di Corte Nodari: sono sei i robot che mungono e due quelli  che le nutronoI robot mungono le vacche con grande delicatezza
Sara Pasetto è alla guida di Corte Nodari: sono sei i robot che mungono e due quelli che le nutronoI robot mungono le vacche con grande delicatezza

Si chiamano Lely Astronaut: in sei dentro una stalla mungono decine di vacche, una dietro l’altra, con una delicatezza sconosciuta anche all’allevatore più attento. Poi ci sono due Lely Juno che si occupano invece di nutrire quelle mucche, avvicinando loro le giuste razioni di foraggio per una dieta a prova di nutrizionista. In tutto otto robot: braccia (meccaniche) regalate all’agricoltura, corredate da cervelli elettronici impostati da Sara Pasetto, 44 anni, alla guida di Corte Nodari, questo allevamento di vacche da latte di Trevenzuolo che è uno dei più robotizzati del Veneto e che, grazie all’automazione, è diventata una delle stalle più grandi e innovative della regione. Certo, bisogna mettere da parte l’immagine bucolica del contadino che munge e sicuramente tutti questi software un po’ di poesia la tolgono. Ma, dall’altra parte, garantiscono efficienza produttiva, snelliscono il lavoro e, assicura Sara, migliorano il benessere degli animali. Tanto che i robot, promette l’allevatrice, presto aumenteranno. È stata lei a spingere per l’acquisto dei Lely Astronaut, che mungono da soli, senza necessità di controllo umano, 320 vacche al giorno. Le altre 210 presenti nell’azienda vanno ancora in sala mungitura. In totale, ogni giorno, vengono prodotti 180 quintali di latte. «Abbiamo fatto questo grande passo grazie al sostegno dei fondi del Psr (regionali), che hanno coperto il 40 per cento della spesa», racconta Sara, «e siamo così soddisfatti che vogliamo robotizzare interamente la fase della mungitura, acquistando altri sei robot. L’allevamento sta crescendo, puntiamo ad arrivare a quota 600 vacche da latte nel giro di un anno. I robot snelliscono il lavoro, consentendomi di controllare l’andamento della stalla dal computer o da una app sullo smartphone, 24 ore su 24». Insomma, le basta accendere il telefonino, ovunque si trovi, per sapere quanto latte fanno le sue mucche, quanto grasso e proteine contiene, se gli animali sono in calore e se hanno la mastite. E se ci sono anomalie, i robot lo segnalano. Anche la qualità e la produzione migliorano, perché le vacche si possono mungere più volte al giorno con meno probabilità di mastite, dal momento che la ghiandola mammaria è meno stressata. «Da quando abbiamo introdotto i macchinari la produzione e la qualità di latte sono aumentate», racconta Sara. È migliorata la qualità di vita delle mucche, «perché con meno ore di lavoro dedicate alla mungitura seguiamo meglio i calori e facciamo le fecondazioni al momento giusto e seguiamo meglio i parti, ottenendo un potenziamento della fertilità». E non da ultimo, è aumentato il benessere dei lavoratori, «perché possiamo contare su un’organizzazione più svincolata dagli orari di mungitura». Fondamentale in un’azienda così femminile dove, oltre a Sara che la guida, ci sono la zia Laura che si occupa delle colture in campo, mentre la zia Ilaria è addetta alla contabilità. •

Francesca Lorandi

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