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Moria del kiwi, cresce l’allarme

La moria del kiwi continua a preoccupare gli agricoltori veronesi e non solo. La malattia ha oramai intaccato le piantagioni in altre regioni, dal Piemonte al Lazio all’Emilia Romagna, che ora guardano come modello alla sperimentazione, faticosamente portata avanti nell’Ovest della provincia. Il tema è stato affrontato la settimana scorsa in commissione agricoltura del Senato, a seguito delle sollecitazioni del vicesindaco di Sommacampagna Giandomenico Allegri con delega all’Agricoltura e all’impegno del senatore veronese del Partito democratico Vincenzo D’Arienzo, che ha potuto contare sulla collaborazione del collega, Mino Taricco. Domani il lavoro a Roma prosegue. Intanto, si sono tenute tre audizioni sulle sperimentazioni effettuate in Italia. Per il Veronese, è stato ascoltato Gianni Tacconi del Crea di Fiorenzuola D’Arda che, con i tecnici di Agrea, Alessio Giacopini e Lorenzo Tosi, ha seguito il campo sperimentale di Palazzolo di Sona, in cui la ricerca è stata finanziata anche dai Comuni. Finora si è lavorato alla riduzione dei ristagni d’acqua negli impianti, poi concimati con il compost. «La situazione sta peggiorando arrivando a colpire oltre il 25 per cento della produzione nazionale, con perdite superiori ai 300 milioni di euro. L’Italia è il primo esportatore mondiale di actinidia», evidenzia Tacconi. Visto che non esiste ad oggi una soluzione, è necessario puntare sulla ricerca, a partire però dai risultati già maturati. «Fa sicuramente piacere che l’esperienza di Palazzolo possa essere di indirizzo anche a livello nazionale», afferma Allegri - Da anni come Comuni del territorio cerchiamo di far capire a Regione e Governo, che le risorse per la ricerca sono risibili rispetto al danno che subiscono gli agricoltori. Ricordiamo che per tanti frutticoltori veronesi il kiwi è stata la soluzione rifugio dopo il crollo delle quotazioni delle pesche». Le sperimentazioni regionali necessitano di un tavolo di coordinamento per impedire doppioni e non sprecare risorse. Va in questa direzione quindi la richiesta inoltrata da Allegri e D’Arienzo che Taricco, in quanto componente della commissione Agricoltura, può suggerire al ministero. «Al tavolo i diversi ricercatori si potrebbero confrontare», conclude Allegri, «e mettere a fattor comune i risultati raggiunti. Servono inoltre risorse adeguate. E sostegno nei confronti delle aziende più colpite dalla moria, che però indicano come priorità la soluzione al problema per tornare a produrre kiwi di qualità, coltura che potrebbe offrire una buona marginalità agli imprenditori del primario». •

Valeria Zanetti

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