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Società veronese

Muore sei mesi dopo l’incidente sul lavoro. Tre dirigenti d’impresa in tribunale

Nuovo caso d’infortunio mortale sul lavoro discusso ieri in tribunale
Nuovo caso d’infortunio mortale sul lavoro discusso ieri in tribunale
Nuovo caso d’infortunio mortale sul lavoro discusso ieri in tribunale
Nuovo caso d’infortunio mortale sul lavoro discusso ieri in tribunale

Luigi Montrone era passato con la spazzatrice sotto gli scaffali mentre stava pulendo il pavimento del capannone dell’azienda quando ha colpito gli scaffali con la testa. Un impatto talmente violento che lo costrinse a letto per più di sei mesi prima di morire all’età di soli 56 anni.

 

Per quel decesso sul lavoro, sono stati chiamati a risponderne l’amministratore dell’azienda committente dei lavori, D.B, 58 anni, il dirigente della società appaltatrice con V.A.N., 24, e un altro responsabile della società con una sede nel veronese C.Q., 57. I tre sono accusati di omicidio colposo perchè a causa delle loro negligenze avrebbero cagionato la morte dell’operaio di 56 anni.

 

Venerdì si è aperta l’udienza preliminare davanti al gup Giuliana Franciosi che si è conclusa con un rinvio ad ottobre. La società, pur negando ogni responsabilità per la morte del cinquantaseienne, sta trattando con i suoi famigliari, assistiti dall’avvocato Felix Amato, un anticipo del risarcimento. Proprio ieri il legale si è costituito parte civile e ha citato in giudizio le compagnie assicurative in qualità di responsabili civili per l’infortunio avvenuto il 2 aprile 2019 nell’azienda in via Sommacampagna.

 

Quel giorno, Luigi Montrone, dipendente di un’azienda di multiservizi incaricata dalla società madre di svolgere alcuni lavori di pulizia, stava guidando la spazzatrice a motore nel grande capannone della società. Ad un certo punto è passato sotto gli scaffali del centro logistico dell’azienda quando ha urtato più volte il capo, recita il capo d’imputazione, «contro elementi metallici». L’impatto è stato particolarmente violento tanto che l’operaio, originario della provincia di Bari, subì una lesione midollare a causa del trauma cranico. Da quel giorno, iniziò il suo calvario fino al 12 ottobre di quello stesso anno quando il suo cuore smise di battere.

 

Pochi giorni dopo, i famigliari dell’operaio decisero di depositare una querela con il loro legale. Le indagini furono poi affidate ai tecnici dello Spisal fino a quando il pm Marco Zenatelli optò per la richiesta di rinvio a giudizio dei tre dirigenti, depositata alla fine del settembre scorso. Oltre alla relazione dello Spisal, la procura ha chiesto anche l’audizione di alcuni colleghi di Montrone, presenti al momento dell’infortunio sul lavoro in azienda.

 

Tra chi testimonierà nel processo, è compresa anche il medico legale, nominato consulente tecnico per chiarire le cause della morte dello sfortunato operaio. Agli imputati, viene tra l’altro attribuito la colpa di aver fornito al lavoratore attrezzature non adeguate al lavoro a cominciare dalla spazzatrice «in quanto costringevano il lavoratore ad abbassare il capo per poter evitare le scaffalature», recita il capo d’imputazione. •

G.CH.

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