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SONA

Morì a 18 anni a Gardaland Smantellato il monumento

Nel giardino intitolato ad Alessandro Fasoli manca la struttura e la targa è stata spostata sul cancello La madre: «Fatti tristi». Ora interviene il sindaco
La targa nel parco Fasoli nel giorno dell'intitolazione FOTO PECORA
La targa nel parco Fasoli nel giorno dell'intitolazione FOTO PECORA
La targa nel parco Fasoli nel giorno dell'intitolazione FOTO PECORA
La targa nel parco Fasoli nel giorno dell'intitolazione FOTO PECORA

Gli avevano dedicato un parco, ma la targa commemorativa è stata rimossa e spostata nel silenzio generale. Dal 2011 l'area verde di via Donizetti è ufficialmente intitolata a lui, ma nelle locandine delle diverse manifestazioni il suo nome non appare mai. Due anni fa, persino il memorial calcistico, che quest'estate si concluderà oggi, ha cambiato sede. Ora, si svolge a Sandrà.
Nonostante tutto, a Sona il ricordo di Alessandro Fasoli è ancora vivo. È vivo nel cuore di chi lo ha conosciuto e di chi, insieme alla madre, vuole che il ragazzo torni ad essere commemorato nel paese dove è cresciuto. Quando Alessandro se ne è andato aveva soltanto diciotto anni. È morto a Gardaland il 29 luglio del 2008, a causa di un incidente sul lavoro. Era stato assunto come dipendente stagionale, ma la sua giovane vita è stata stroncata dal trenino della «Monorotaia», l'attrazione in cui lavorava.
Nel terzo anniversario della sua morte, l'amministrazione comunale ha intitolato a lui il parco di via Donizetti, che ogni giorno è frequentato da moltissimi giovani. L'iniziativa era stata voluta dall'allora vicesindaco Gaspare Di Stefano e dall'assessore allo sport Amedeo Rossi. Di solito, prima di procedere all'intitolazione, occorre attendere che siano trascorsi almeno dieci anni dalla morte della persone destinatarie della dedica, ma per Alessandro è stata fatta un'eccezione. L'amministrazione per accelerare i tempi aveva presentato una richiesta di autorizzazione alla Prefettura di Verona. Appena dopo l'entrata del parco, sulla sinistra, era stato realizzato un piccolo monumento, con una targa commemorativa sorretta da una colonnina di ferro. Nell'estate del 2012, la targa è stata spostata sulla cancellata. Resta invece il mistero sul destino del piedistallo, rimosso dalla sede originaria. La struttura era stata smantellata perché, in quella posizione, era ritenuta pericolosa. Un bambino era scivolato e aveva rischiato di sbattere la testa e, quindi, l'amministrazione aveva deciso di trovare un'altra sistemazione per la targa. Tuttavia, in Comune non esiste alcun documento che giustifichi ufficialmente lo smantellamento di quest'opera costruita con denaro pubblico. Giovanna Tommasi, madre di Alessandro, ora chiede chiarezza: «Io non ero nemmeno stata avvisata dello spostamento e, ancora oggi, non ne conosco i motivi. Se c'era un problema di sicurezza, avremmo potuto parlarne, mettere una protezione o comunque trovare una soluzione. Questa è una delle ragioni per cui abbiamo deciso di cambiare sede al memorial, che nei primi anni era stato organizzato proprio nel parco, mentre ora si svolge a Sandrà». A rattristare la signora Tommasi è anche il fatto che il nome di suo figlio non venga riportato in nessuna delle locandine relative alle manifestazioni che vengono organizzate nell'area verde: «Come a Lugagnano c'è, ad esempio, il parco Conti e nessuno si sogna di chiamarlo in modo diverso, a Sona c'è il parco Fasoli ed è giusto che venga chiamato così».
La situazione è stata segnalata anche al sindaco Gianluigi Mazzi che commenta: «Ho incontrato qualche giorno fa la madre di Alessandro. Quanto mi ha riferito mi tocca sia come amministratore che come uomo. Trovo poco rispettoso quello che è stato fatto con quel piccolo monumento: era un'opera pubblica, costruita con denaro pubblico, e non c'è alcun atto formale di smantellamento. Mi sono impegnato a trovare una soluzione».

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