<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Mio figlio ha rischiato sui chiodi trappola»

Il sentiero molto frequentato da podisti e ciclisti in mountain bike a Santa Lucia ai MontiLe trappole con i chiodi trovate dai ciclisti
Il sentiero molto frequentato da podisti e ciclisti in mountain bike a Santa Lucia ai MontiLe trappole con i chiodi trovate dai ciclisti
Il sentiero molto frequentato da podisti e ciclisti in mountain bike a Santa Lucia ai MontiLe trappole con i chiodi trovate dai ciclisti
Il sentiero molto frequentato da podisti e ciclisti in mountain bike a Santa Lucia ai MontiLe trappole con i chiodi trovate dai ciclisti

S’infittisce il mistero su chi abbia posizionato i chiodi killer sul sentiero che dal cimitero di Santa Lucia ai Monti scende verso la contrada del Serraglio. Tra i primi colpiti il figlio di Placido Massella, un allevatore di bovini che ha animali al pascolo proprio al Serraglio e un suo amico, che si sono ritrovati le ruote delle loro moto squarciate dai chiodi lunghi alcuni centimetri e collocati su una base di legno perché rimanessero diritti e facessero più danni. «Era il 3 gennaio e i ragazzi stavano percorrendo quel tratto di sentiero», ricorda Massella, «quando si sono accorti d’aver forato tutti e due e m’hanno chiamato. Sono accorso e, dopo aver prelevato tutti i chiodi che ho trovato, sono andato prima dai carabinieri e successivamente dalla polizia municipale. Da quel giorno anch’io passo con qualche timore da quella strada». Per Massella tuttavia non c’è una congiura di chi opera vicino a quel sentiero (allevatori o agricoltori) contro i fruitori dei sentieri delle splendide colline moreniche situate all’incrocio dei territori di Valeggio, Sommacampagna e Sona, ma si tratterebbe solo del gesto di un malintenzionato. Da quel sentiero infatti Massella e il figlio passano spesso perché, dopo il tratto di strada pubblica, c’è n’è un altro che s’inoltra in un appezzamento di terreno dove Massella alleva la pregiata razza scozzese Aberdeen Angus (conosciuta come Black Angus, per il mantello nero dei bovini). «Avrei potuto chiudere dei sentieri», dichiara Massella, che ha preso in affitto quei terreni dalla famiglia Gallavresi, «ma perché dovrei negare ad altri la possibilità d’apprezzare lo straordinario ambiente che c’è qui? Certo, spero che chi vede le bestie al pascolo non le disturbi. Non c’è nessuna guerra contro i turisti, ma si richiede un atteggiamento consapevole per convivere con le attività esistenti sul territorio». Da tempo Massella, che è di Mozzecane ma ha bestiame al pascolo in varie zone, cerca di migliorare il benessere degli animali allevati. Questo anche seguendo gli insegnamenti di Temple Grandin, scienziata della Colorado State University. Grandin, che Massella ha anche incontrato, è nota infatti per le attrezzature destinate a far star meglio il bestiame (la macchina degli abbracci, ndr), oltreché per sostenere che la sua condizione di persona con autismo (Sindrome di Asperger) le ha fornito una chiave particolare per capire loro e le persone. La rese famosa il neurologo Oliver Sacks che ne parlò nel libro Un antropologo su Marte, edito da Adelphi. A mantenere pressoché immutata la zona che da Santa Lucia va verso la contrada del Serraglio e oltre è anche la continuità della proprietà, appartenente alla famiglia lombarda dei Gallavresi. L’ultima esponente è Lucilla Gallavresi, giornalista, che è stata anche responsabile del settore America Latina dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) di Milano. «La signora Gallavresi», sottolinea Agostino Guerra che sovrintende alla tenuta, «ci tiene molto a che questo territorio rimanga il più possibile inalterato, ma ciò non toglie che possa essere visitato in maniera sostenibile». Intanto, l’amministrazione comunale, appresa la notizia dei chiodi rivenuti sui sentieri di Santa Lucia ai Monti, ha effettuato dei controlli, facendo perlustrare la zona dagli operai del Comune. «Episodi come quello del ritrovamento di chiodi su un sentiero», afferma l’assessore alla Sicurezza, Alessandro Remelli, «sono molto gravi, per cui ritengo sia opportuno che chi ne venga a conoscenza debba segnalarli tempestivamente al Comune e alla polizia locale, prima ancora di metterli su Facebook dove li ho trovati, per dare la possibilità a chi di competenza di controllare e intervenire». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandro Foroni

Suggerimenti