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«Mi è arrivato un soffio di energia dalla sua mano»

I soccorritori sul luogo della tragedia sul lungolago a Peschiera
I soccorritori sul luogo della tragedia sul lungolago a Peschiera
I soccorritori sul luogo della tragedia sul lungolago a Peschiera
I soccorritori sul luogo della tragedia sul lungolago a Peschiera

Era su un pontile del lungolago Porto esterno di Peschiera con i suoi amici quando Xhulian Rushi ha visto arrivare Osas Ehikioyd e il suo collega. Anche loro si sono fermati per fare il bagno a poca distanza dai due amici nel tragico pomeriggio di domenica. Rushi, 21enne bresciano ma di origine albanese, e Ehikioyd non si erano mai visti prima e il destino ha voluto che a farli incontrare fosse il peggior momento possibile. Stavano facendo il bagno sul pontile quando, racconta il bresciano, gli è stato detto che il posto dove stavano trascorrendo il pomeriggio era privato e dovevano spostarsi. «Stavamo per andarcene quando uno dei due ragazzi ha iniziato a urlare che non vedeva più l’amico». Osas, infatti, si era buttato da qualche istante in acqua, ma non era più riemerso. «Non ci ho pensato due volte e mi sono lanciato nel lago», racconta a il 21enne. «E così», prosegue, «hanno fatto anche tutti gli altri che erano lì con me in quel momento». La ricerca è durata minuti interminabili: «L’ho visto sul fondo, non so dire a quanti metri di profondità. Forse tre. L’ho preso da una mano e l’ho tirato su». Secondo Rushi, poi, il 28enne nigeriano, privo di sensi, avrebbe stretto impercettibilmente la sua mano: «Ho sentito la sua energia», dice. Poi, una volta riportato il corpo in superficie e sistemato sull’erba, hanno atteso i soccorsi. Ma tutti i tentativi di salvarlo sono andati a vuoto.

N.V.

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